Certificata la bionafta della raffineria Eni utilizzata da Versalis

Un altro nuovo pezzo di “chimica verde” a Porto Marghera. Versalis spa, la società dell’Eni che gestisce l’impianto di cracking al Petrolchimico ha ottenuto la certificazione Iscc Plus (International Sustainability & Carbon Certification) per una nuova gamma prodotti sostenibili ottenuti con l’utilizzo della bionafta che di produce nella vicina bioraffineria. La bionafta permette di sostituire una parte della più inquinante virginafta, di origine fossile, per produrre etilene e propilene (materie prime per le plastiche) con un minore impatto ambientale. Nel 2020 la bioraffineria Eni di Venezia, che produce biodiesel, ha lavorato circa 220 mila tonnellate di biomasse come gli oli vegetali ricavati dall’olio di palma e al 31% da grassi di frittura e scarti animali, di cui il 12-15% circa viene trasformato in bionafta, un combustibile analogo al gasolio ricavato dal petrolio.
La certificazione Iscc Plus, approvata dall’Unione Europea, riguarda, in termini tecnici, la produzione di «monomeri, intermedi, polimeri ed elastomeri prodotti con materie prime sostenibili, da bionafta e da riciclo chimico, e interessa, oltre al sito Versalis di Porto Marghera, anche quelli di Brindisi, Porto Marghera, Mantova, Ferrara e Ravenna, punti di forza dei suoi progetti di sviluppo della chimica verde e delle cosiddette produzioni ad “economia circolare”. Versalis ha chiuso l'esercizio 2020 con risultati migliori rispetto a quelli dell'anno precedente, nonostante l'emergenza pandemica, grazie ad un quarto trimestre in ripresa, che ha beneficiato dell'accelerazione dell’attività in Asia, di una minore pressione competitiva, con superiori margini di prodotti chiave come il polietilene e una maggiore disponibilità di prodotto. —
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