Cereser rilancia il progetto dell’ospedale unico per l’Usl 4

Mentre la Regione sta per varare le nuove schede sociosanitarie, il sindaco di San Donà ripropone il progetto. I nodi dei servizi a Portogruaro e Jesolo, ma l’obiettivo è una sede in riva al Piave
MORSEGO FGAVAGNIN SAN DONA DI PIAVE VEDUTE OSPEDALE CIVILE
MORSEGO FGAVAGNIN SAN DONA DI PIAVE VEDUTE OSPEDALE CIVILE

SAN DONÀ. La Regione approva il piano sociosanitario, a giorni una riunione a San Donà per discutere le prossime schede ospedaliere con la Quinta Commissione. E il sindaco di San Donà, Andrea Cereser, adesso rilancia la possibilità di un ospedale unico in riva al Piave dopo che questa ipotesi era sfumata tra le polemiche pochi anni fa per la sostanziale mancanza di un accordo condiviso tra i vari sindaci del Veneto Orientale. «Saranno i tecnici a deciderlo», afferma Cereser che su questo argomento è stato attaccato in campagna elettorale per un suo presunto disinteressamento a favore del mantenimento dell’ospedale di via Nazario Sauro, «e non dimentichiamo che proprio i tecnici nominati dalla Regione si erano già pronunciati a suo tempo evidenziando l’opportunità di realizzarlo proprio a San Donà». Il sito poteva essere lungo la bretella di collegamento al casello autostradale di Noventa, in un’area strategica e comunque collegata anche al territorio portogruarese.

L’approvazione del piano sociosanitario da parte della Regione, propedeutico all’approvazione delle nuove schede regionali, riporta così in primo piano la sanità nel Veneto Orientale, orfana di quell’ospedale che avrebbe dovuto potenziarne i servizi. Cereser si prepara ad affrontare vari temi assieme alla commissione regionale, comprese le schede e la sanità sul territorio. Le precedenti schede avevano previsto un potenziamento della Chirurgia a Portogruaro e della Medicina a San Donà, quindi la riabilitazione a la sanità di emergenza a Jesolo. Il primo punto sarà ridiscutere il potenziamento di una Chirurgia anche a San Donà, nel breve periodo. «Sono aspetti essenziali per la sanità», dice Cereser, «e per questo vorrei che tutti i sindaci del Veneto Orientale partecipassero all’incontro con la commissione regionale per trovare un vero coordinamento. Quando si era aperto il dibattito sull’ospedale unico, i Comuni del Portogruarese erano in maggioranza, 11 a 10, ora con l’ingresso di Cavallino Treporti siamo 11 a 11. Sull’ospedale unico mi ero messo di traverso perché loro avrebbero primeggiato e l’ospedale l’avrebbero fatto costruire verso quell’area del Veneto Orientale. I tecnici regionali però si erano già espressi a favore di una struttura unica a San Donà come la migliore dal punto di vista logistico, e quello studio è ancora valido. Non dimentichiamo», aggiunge, «che fino a pochi fa la perdita di un ospedale “sotto casa” era un tabù, mentre oggi anche i cittadini hanno compreso l’importanza di strutture sanitarie importanti seppure a una distanza maggiore da casa».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia