Cera, lo chef stellato di Campagna Lupia è furioso: «Vergognoso accanimento»

Il ristoratore dà voce alla rabbia di una categoria: abbiamo rispettato tutte le regole, cosa dobbiamo fare di più?
Lo chef Lionello Cera
Lo chef Lionello Cera

CAMPAGNA LUPIA. Dire «arrabbiato» non rende l’idea. Lo è molto di più, Lionello Cera, chef bistellato della Giuda Michelin con la sua Antica Osteria Cera di Lughetto di Campagna Lupia e titolare pure di daMe-Bistrot in centro a Dolo.

Già la prima chiusura di fine inverno è stata una mazzata, questa assomiglia a un altro colpo basso per la categoria dei ristoratori che nessuno, Cera ancora meno, si aspettava. Dopo aver passato settimane a mettersi in regola, a rispettare tutti i protocolli per rimettersi in carreggiata a fine primavera, ecco il “regalo” finale.

«È un accanimento verso di noi», dice Cera «perché posso capire gli altri posti dove si creano assembramenti ma noi cosa c’entriamo? Ho i tavoli distanziati tre metri l’uno dall’altro, cinque ricambi d’aria l’ora, ingressi scaglionati. Cosa dobbiamo fare di più? Devo chiudere alle 18: bene, il 95 per cento del mio fatturato è serale, il resto a pranzo. Invece vogliamo parlare dei trasporti? Stiamo assistendo a una vergogna: non siamo noi il problema».

Cera è da sempre persona pacata, ma stavolta è infuriato: ha una cinquantina di persone nel suo staff, tanti giovani, costretti ancora una volta ad abbassare le serrande nell’ora di punta: si sa che il grosso dei ristoranti lavora a una certa ora.

«Intanto proveremo a vedere cosa succederà questa settimana» continua lo chef «poi prenderemo una decisione. Dura andare avanti ma i ragazzi fanno da stimolo; sono persi, smarriti per quanto sta accadendo ma li incoraggio a fare quadrato, a non mollare».

A due mesi a fine dell’anno, non è ancora tempo di bilanci economici ma Cera si è già fatto un’idea. «Non ho ancora i conti in mano» continua «ma resto convinto che quanto perso non si recuperi più». Nel frattempo, Cera tornerà all’asporto come fece a marzo e aprile.

«Navighiamo a vista» aggiunge ma sino al 24 novembre, scadenza dell’attuale decreto si dovrà fare di necessità virtù. Intanto l’Antica Osteria di Lughetto rimarrà aperta a pranzo da martedì a domenica. Per la cena, invece - come altri locali - darà spazio all’asporto, come concesso dal governo: si potranno degustare dei piatti stellati tra le mura di casa. Al telefono, il personale darà indicazioni ai clienti sul menu disponibile, mentre per le consegne a domicilio l’accettazione dell’ordine dipende dalla distanza e dall’ammontare dell’ordinativo. Riguardo il daMe-Bistrot di Dolo, stesso concetto con la possibilità di ordinare le pizze e le preparazioni che di solito accompagnano gli aperitivi come bruschette e cicchetti.

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