Ceolin vende “il Palco”: «Sono rassegnato»

Il gestore attacca il mondo intellettuale e politico e fa una provocazione: basta, ci mettano pure le slot

AAA vendesi locale “Il Palco” in piazzetta Cesare Battisti. Nessuna pregiudiziale nei confronti del possibile acquirente: «può essere anche un imprenditore cinese, magari pronto a riempire l’esercizio di slot machine». Insomma: Stefano Ceolin alza bandiera bianca. Proprio lui, che ha cercato in ogni modo di proporre un’offerta culturale fra uno spritz e una pizza, fra una insalatona e un prosecco. Proprio lui che ha provato a coinvolgere la città, i colleghi, i politici, in un progetto comune, sbattendo spesso la testa. «Lascio sia per motivi personali che per motivi oggettivi anche se il locale a livello commerciale va bene», spiega l’impreditore 47enne, «In questa città è impossibile fare squadra, c’è una generalizzata pigrizia intellettuale e la proposta culturale interessa poco. Poi troppa gente mette il bastone fra le ruote a chi fa il mio mestiere».

Ecco, dunque: da ieri il Palco è in vendita. Stefano e sua moglie Rina terranno ancora aperto fino all’arrivo di un possibile acquirente, chiunque esso sia. Intanto si leccano le ferite in una città diffusamente sonnolenta. «A Mestre mancano le attrattive e manca la politica», continua Ceolin, «Personalmente sono stanco e preferisco mollare tutto. Ne ho subite tante e sono stufo». Peccato, perché il 47enne mestrino aveva fatto molto dal 2011 in poi, da quando aveva trasformato il suo locale “13dici” ne “Il Palco”, ospitando incontri di ogni tipo e gruppi di qualsiasi ideologia, dai rappresentanti dei centri sociali ai Forconi, e partecipando attivamente al Festival della Politica. Del locale di Stefano Ceolin, vista la vicinanza con il teatro Toniolo, sono diventati clienti personaggi come Alessandro Preziosi, Stefano Accorsi, Ornella Muti, Claudia Cardinale, Massimo Lopez, Silvio Orlando, Filippo Tini, Alessandro Haber, Moni Ovadia, Natalino Balasso, Mario Balotelli. E al Palco hanno mangiato tantissimi turisti. Il locale ha aderito a iniziative importanti come le battaglie contro le slot machine, per il quale Stefano Ceolin è stato anche premiato. Per questo «dico provocatoriamente che chi viene dopo di me può anche riempire il locale di slot».

Ma in questi anni l’entusiasmo dell’imprenditore è stato a poco a poco minato da varie vicissitudini. Come la cinquantina di sanzioni, spesso incredibili, subite. Prima fra tutte, nel 2014, la multa di 1.400 euro per il possesso di un calcetto balilla senza gettoni ma non autorizzato, episodio che a livello mediatico ha fatto il giro d’Italia. Ma anche, alcuni anni fa, la multe per quel “we are the champions” dedicato alle ragazze della Reyer fresche vincitrici della Coppa Italia, e quella, a Capodanno 2015, per alcune bottiglie di vetro appoggiate all’esterno del locale ma provenienti in realtà dal teatro Toniolo. «Una volta», ricorda amareggiato l’esercente, «Veritas voleva multarmi perché stavo pulendo l’aiuola di fronte al locale e mi ha detto che non era compito mio». «Ho ricevuto diverse minacce, mi hanno tagliato gli ombrelloni, hanno più volte rotto il vetro del locale, hanno sporcato d’inchiostro l’insegna, hanno buttato le uova contro l’ingresso. In questo periodo ho subito anche due furti, ma non ho mai creduto che Mestre sia una città in degrado. Ha grandi potenzialità che non vengono sfruttate. E chi ci ha provato ha subìto grandi delusioni. Forse ha proprio ragione chi punta sulle slot machine».

Gianluca Codognato

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