Centro storico: gli abitanti scendono sotto quota 58 mila
di Enrico Tantucci
VENEZIA. Venezia sotto i 58 mila abitanti. Ha impiegato poco più di quattro mesi l’inarrestabile declino demografico del centro storico per abbattere un’altra soglia psicologica: quella, appunto, dei 58 mila residenti, visto che al 7 maggio si è scesi di un’unità sotto questo livello, secondo i dati dell’Ufficio Statistica del Comune.
All’inizio dell’anno eravamo a 58.269 e i residenti sono pertanto diminuiti di 270. Un trend che è pienamente in linea con quello del 2012, quando la diminuzione complessiva fu di 722 residenti.
E così – forse con una decina di unità in meno - avverrà probabilmente anche nel 2013. Ma diminuisce anche la popolazione complessiva del Comune di Venezia, che a inizio anno era a quota 269.643 e ora è a 268.974 e anche Mestre che all’inizio dell’anno aveva registrato un lieve aumentto - dovuto soprattutto agli immigrati - sul 2012, ora vede scendere la sua popolazione a 181.603 residenti contro i 181.927 dell’inizio del 2013.
Continuano a perdere abitanti, anche se nell’ordine di qualche decina o meno, anche il Lido, Murano e Sant’Erasmo, Burano con Mazzorbo e Torcello e infine Pellestrina, che entro poche settimane abbatterà a sua volta un’altra soglia: quella dei 4 mila residenti. Complessivamente l’estuario perde nei primi quattro mesi dell’anno un centinaio di abitanti.
Dati che confermano sempre più - all’avvio della nuova stagione turistica - che Venezia è ormai diventata una città di sosta, più che di residenza e per questo il calo demografico è in qualche modo “mascherato” dal gran numero delle presenze turistiche giornaliere, che la rendono affollata, e dalla presenza dei pendolari e degli studenti fuori-sede. Per questo la popolazione “visibile” ogni giorno tra le calli è più del doppio di questi dati.
A differenza di quanto accade per la terraferma, poi anche la presenza degli immigrati - per gli alti costi della cita e della casa - non genera in centro storico nuova residenza. Anch’essi lo popolano per le proprie esigenze lavorative o anche solo per mendicare e poi, a sera, la abbandonano.
Ma gli effetti devastanti del calo dei residenti effettivi si misurano soprattutto sulla rete dei servizi alla persona.
E così se Venezia abbonda ancora di farmacie, o di negozi di ottica o abbigliamento - oltre che naturalmente di souvenirs e di maschere - ben oltre la domanda dei suoi cittadini, grazie appunto alle presenze turistiche, quelli che chiudono sempre più spesso sono i negozi di vicinato.
Non solo gli alimentari, ma anche - come stiamo verificando sempre più spesso - librerie, botteghe artigiane, negozi legati alle attività domestiche. Se si è ormai raggiunto lo «zoccolo duro» dei residenti, per cui il calo è rallentato, il saldo negativo è dato soprattutto dal rapporto squilibrato a favore dei secondi tra i nati e i morti, senza che i nuovi residenti, troppo pochi, possano invertire la tendenza.
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