Centro professionale Ipea un esposto in Procura
Truffa aggravata di erogazioni pubbliche. Gli amministratori del centro di formazione professionale Ipea, Iles Braghetto e Marco Spiandorello, in carica dall’anno scolastico 2011-2012, hanno depositato alla Procura della Repubblica di Venezia un esposto contro gli ex amministratori della scuola per parrucchiere ed estetiste. Oggetto dell'esposto, gli anni scolastici dal 2008-2009 al 2010- 2011 che riguardano 600 studenti e le sedi di San Donà, Portogruaro, Bassano e Verona.
Le ipotesi che vengono segnalate sono malversazioni a danno dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Gli amministratori hanno effettuato controlli contabili e rendicontali incrociati anche sui docenti. Fatti già noti alla Corte dei Conti della Regione che coinvolgono oltre che ex personale amministrativo, tutor, docenti e consulenti esterni. Si denuncia un “metodo” per conseguire erogazioni pubbliche destinate alla formazione professionale. La truffa sarebbe stata congegnata dagli ex amministratori con primi beneficiari loro stessi. Contemporaneamente, stando alla denuncia frutto di un’indagine investigativa, svolgevano numerosi incarichi professionali: dalla direzione al tutoraggio e per quasi 2700 ore di lavoro ognuno. Una media di 11 ore al giorno per 365 giorni all’anno, con stipendi complessivi che superavano singolarmente i 100.000 euro.
«Le società di fornitura di appartenenti alla ex compagine aziendale, che dai documenti contabili esaminati dalla nuova compagine Ipea», spiegano, «vendevano “21 tir” all’anno di materiale didattico cosmetico destinato agli allievi, che invece andava nel proprio negozio di rivendita. Società immobiliari in Lussemburgo di proprietà degli ex gestori, che fornivano contratti d’affitto con un valore doppio rispetto ai canoni ordinari. E il sistema coinvolgeva tutti , impiegati, docenti, tutor e soprattutto esperti consulenti esterni in contabilità pubblica. Si andava dalla bidella che il pomeriggio puliva la scuola e la mattina faceva la tutor in classe per cinque ore di fila, a docenti che ricevevano compensi straordinari per attività di tutoraggio mai svolta all’interno delle aziende, che ospitavano gli allievi in stage. Professori che nella stessa giornata e nelle stesse ore facevano i tutor in altre classi. Parenti e amici che invece di essere in classe, come risulterebbe dai registri regionali, erano nella propria azienda o lavoravano in un’altra regione, anche distante 1300 km dalla sede scolastica. Il tutto coordinato da consulenti esterni che conoscevano bene le procedure di gestione e di contabilizzazione dei fondi regionali ed europei che in questo ambito scolastico che forma estetiste e parucchiere. Diventavano veri “truccatori” dei rendiconti regionali. Quasi tutti i docenti e tutor si recavano lo stesso mese, lo stesso giorno, alle stessa ora nella stessa banca, degli ex amministratori e incassavano tutto allo sportell in contanti».
La denuncia alla Procura dunque adombra un sistema che potrebbe arrivare a livelli molto alti.
Giovanni Cagnassi
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