Centri estivi, non ci sono soldi quattromila ragazzini a casa

Servono 150 mila euro, ma il Comune non riesce a garantirli. Le Municipalità si mobilitano Dal Corso (Marghera): «Cerchiamo sponsor, aumentiamo le tariffe o riduciamo le attività»
Di Mitia Chiarin

«Quando si dice che i soldi non ci sono, non è mica una fantasia. È vero. E per quanto riguarda i centri estivi non siamo assolutamente in grado di garantirli quest’anno. 150 mila euro non ci sono». Parola di Marco Agostini, direttore generale del Comune di Venezia.

L’allarme lanciato dai presidenti delle Municipalità e dal Movimento 5 Stelle è confermato. Non ci sono i 150 mila euro necessari a coprire le spese di organizzazione dei centri estivi 2015 per bambini e adolescenti del Comune di Venezia, Nel 2013 era stati salvati in extremis dall’ex giunta Orsoni: quarantamila euro tolti dai pagamenti dell'assessorato alle Politiche educative di Andrea Ferrazzi per coprire i 215 mila euro necessari per attivare da giugno a settembre i servizi di accoglienza, educazione, divertimento di almeno 4 mila ragazzini mestrini e veneziani.

Quest’anno la gestione commissariale, di fronte alla drammatica situazione del bilancio comunale, allarga le braccia e annuncia: niente centri estivi. «Ci sono comunque delle alternative per le famiglie: dai Grest ai centri estivi privati», precisa il direttore generale.

Ma il malcontento serpeggia. Critiche le Municipalità. «Alternative? La vedo dura, visto che non ci sono soldi», taglia corto Massimo Venturini (Mestre Carpenedo). Flavio Dal Corso (Marghera) non ci sta: «Oggi in consiglio municipale presenteremo un ordine del giorno per chiedere di salvare i centri estivi. Come? Il Comune metta a disposizione scuole e mensa con costo zero e alle famiglie facciamo pagare tariffe più alte (oggi si pagano 90 euro a modulo in tutte le Municipalità, ndr) oppure cerchiamo sponsor o ancora manteniamo invariate le tariffe ma riduciamo le attività. Sono ritenuti servizi non fondamentali ma tantissime famiglie da anni fanno affidamento per lasciare i figli in mani sicure mentre loro sono al lavoro d’estate».

Dal Corso preme affinché il commissario Zappalorto riceva i presidenti di Municipalità e discuta come salvare il servizio.

Se i centri estivi saranno cancellati, toccherà ai nonni, se ci sono, alle baby sitter o ai centri privati ospitare i ragazzini e bambini che d’estate rischiano di restare soli in città mentre i genitori lavorano. Con la crisi anche le vacanze si sono ridotte. Tra i primi a denunciare la situazione, Davide Scano, candidato sindaco dei 5 Stelle: «Invece di tagliare i costi della macchina comunale, tagliano i contributi ai centri estivi per i bambini! Sembra assurdo, ma ancora una volta la strada intrapresa per sanare i conti è il taglio dei servizi ai cittadini».

Protestano pure gli ex assessori comunali. «Spero si trovi una soluzione perché la cancellazione è uno scenario assai triste», dice Andrea Ferrazzi. «Potrebbero ridurre qualche dirigente e garantire un’estate educativa di qualità a migliaia di ragazzini», dice Tiziana Agostini.

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