«Centri commerciali Jesolo deve dire stop»
JESOLO. Consumo del suolo, stop ai centri commerciali a Jesolo. Al Palazzo del Turismo si è tenuto il seminario di confronto sull’argomento, organizzato dal mandamento jesolano di Apindustria Venezia. E subito il presidente Dal Cin ha scaldato la platea con una serie di interventi. Il blocco ai centri commerciali è uno dei temi controcorrente di Dal Cin, che fa un’analisi anche dei progetti del passato oltre a chiedere di non costruirne più. «Siamo al limite massimo», dice, «quello progettato da Zaha Hadid alle ex Capannine Cattel dovrà essere l’ultimo che vedrà la luce. Parlo di consumo del suolo e anche di equilibrio commerciale. Abbiamo visto l’impatto che hanno avuto gli altri, con successi discutibili e conseguenze negative sul tessuto commerciale che rappresenta l’ossatura della città e del nostro territorio. Diciamo pertanto basta a nuove strutture di questo genere».
L’intervento all’ex Capannine Cattel in via Roma procede a rilento dopo che l’area è stata spianata e bonificata. La presentazione dei progetti in Città metropolitana e Comune non ha dato la spinta sperata. Sembra che gli investitori del Trentino, che stanzieranno fino a cento milioni di euro, attendano conferme sulla superstrada per Jesolo che però non arrivano. Quanto alle altre strutture, I Giardini di Jesolo sono appena stati risollevati dall’arrivo di Ipertosano, Famila e Laguna shopping hanno vissuto momenti alterni, poi c’è la Coop verso Jesolo Paese e altri interventi minori al lido.
Come i grattacieli anche i centri o parchi commerciali non hanno avuto l’exploit tanto atteso. La platea è stata salutata Dal Cin, presidente mandamentale a Jesolo e da Ivan Palasgo, presidente di Apidustria Venezia.. Per la Regione era presente il vicepresidente Gianluca Forcolin, il consigliere Francesco Calzavara, presidente della II° Commissione in materia di politiche del territorio che, tra le altre cose, ha studiato una proposta di legge sul contenimento del consumo del suolo, un testo unificato approvata lo scorso giugno 2017. Il Veneto registra un consumo del suolo pari al 12,2%, contro il 7,6% registrato a livello nazionale. Tra il 2012 e il 2015, l’incremento del consumo del suolo, aveva registrato uno 0,6%. «La criticità non era tanto rappresentata dalla quantità di suolo consumato, ma dalla velocità», ha spiegato Calzavara, «il cosiddetto contenimento non significa azzeramento dell’edificazione, ma piuttosto saldo zero. Questo significa rivoluzionare il modo di costruire. Le parole d’ordine sono cinque: rivoluzione, riqualificazione, rigenerazione, riuso e responsabilità».
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