Centrale a biogas i dubbi di Portegrandi

Dovrebbe sorgere a due passi dal borgo antico. La sindaca Conte preoccupata: «Vogliamo vederci chiaro su questo progetto. Il luogo non è adeguato»
Di Marta Artico

PORTEGRANDI. Una centrale a biogas a due passi dal borgo antico di Portegrandi. La novità è piombata tra capo e collo al Comune, al quale è stata presentata la richiesta da parte della tenuta agricola “I Marzi”, di realizzare usufruendo di finanziamenti esistenti per questo genere di sistema, un impianto che produca C02 dalla combustione del metano, pareggiando il bilancio di anidride carbonica emessa in atmosfera.

L’amministrazione, però, non ci vede ancora chiaro, ha pochi elementi e si è detta contraria dopo una prima commissione nella quale tutti i membri hanno dato parere sfavorevole, non tanto per una questione ideologica, ma per via del sito inadatto. «Abbiamo avuto questa richiesta», spiega la sindaca Silvia Conte, «ma purtroppo l’ultima parola non spetta al Comune, sappiamo che il 30 agosto è in programma una Conferenza dei servizi che si esprimerà in materia». Tantissimi gli enti coinvolti: Comune, Provincia, Sovrintendenza ai beni paesaggistici, archeologi, Consorzio di bonifica, Commissione di salvaguardia della laguna di Venezia. Anche se sembrerebbe che i vincoli legati alla questione del paesaggio, potrebbero essere aggirati dipingendo di verde i silos e realizzando un filare di alberi. La centrale utilizza il gas metano prodotto dai liquami e dal mais fermentato per produrre energia e riscaldamento.

«Se la centrale è concepita in maniera collegata all’allevamento, si autoalimenta ed è di supporto all’attività agricola è un conto, ma in caso contrario, se è funzionale al business e il materiale viene preso da fuori è altra cosa». Prosegue Conte: «Sono tanti i punti interrogativi, ma uno sopra gli altri». E cioè il fatto che il sito non è adatto. «Possibile», domanda il sindaco, «che non ci sia altro luogo dove realizzarlo?». «Si tratta della zona di maggior pregio che abbiamo, sulla punta della laguna, nella posizione più bella del territorio, un sito Sic, patrimonio della natura, che ha tutti i vincoli possibili e immaginabili».

E per la Conca, nonostante le difficoltà del momento, il Comune ha altri progetti legati al turismo, allo sfruttamento delle risorse naturali, al recupero del vecchio borgo, non certo al biogas. «Portegrandi merita di più. L’attuale strumento urbanistico non prevede strutture di questo genere, servirebbe una variante della Regione. La stessa Regione che da una parte sostiene la valorizzazione del paesaggio con progetti davvero meritevoli, dall’altra fa realizzare le centrali a biogas nelle stesse zone». Il Comune, nell’attesa di saperne di più, convocherà un’assemblea pubblica, per agire in trasparenza e coinvolgere la cittadinanza sui pro e contro.

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