Centoventi pagine di autodifesa nel dossier: «Tari ridotta e rifiuti virtuosi»
VENEZIA. Un documento di centoventi pagine, con copertina rigida, per evitare di finire nella lista nera dei siti a rischio. Dalle grandi navi al turismo, passando per la riduzione della tassa sui rifiuti, il folto “Dossier Venezia” è stato inviato sabato dal Mibact alla sede dell’Unesco di Parigi che, a sua volta, avrà altri sei mesi di tempo per chiedere a Ca’ Farsetti ulteriori approfondimenti sui singoli temi affrontati.
Entro l’inizio dell’estate i giochi saranno in ogni modo conclusi poiché dal primo al 10 luglio il Comitato internazionale dell’Unesco si riunirà a Baku, in Azerbaigian, per decidere (questa volta senza possibilità di appello) chi ha diritto di rientrare tra i siti “protetti” e chi, invece, non ne è più degno.
Partita importante
Per Venezia si tratta di una partita importante, anche dal punto di vista dell’immagine che, in caso di parere negativo, ne risentirebbe molto. Per questo l’amministrazione comunale ha approfittato della proroga di quindici giorni (inizialmente la consegna del dossier era prevista per il primo dicembre) per inserire altre voci, come ad esempio la riduzione della Tari, a beneficio della residenzialità - tra i punti contestati dall’Unesco - considerato che dal prossimo anno calerà mediamente del 2,70 per cento a famiglia, e sarà ridotta fino al 30 per cento per i negozi di vicinato, dai panifici alle macellerie, dalle pescherie ai fruttivendoli.
il turismo
Grazie ai quindici giorni di proroga, Ca’ Farsetti ha potuto inserire anche il fatto che Venezia è la città più virtuosa per quanto riguarda la raccolta differenziata. Insomma, una serie di integrazioni in extremis per rendere più attraente l’intero malloppo, i cui due punti cardine restano, in ogni modo, la questione del turismo e quella delle Grandi navi.
Nel dossier l’amministrazione comunale ha spiegato la campagna #enjoyrespect, la sperimentazione del conta persone, l’idea di una regolamentazione degli accessi. Sicuramente ha dato prova di buona volontà sebbene, nella quotidianità, la città continui a essere invasa da migliaia e migliaia di visitatori ogni giorno. «Lo spazio nella città antica non è infinito - aveva detto il sindaco durante il convegno di Ocse su cultura e creatività a San Giovanni Evanglelista - siamo d’accordo nel controllare i flussi. Chi viene in albergo pagherà la tassa di soggiorno, per i giornalieri chiediamo una “tassa di sbarco” anche per monitorare gli arrivi».
le grandi navi
Il dossier affronta anche l’altra questione fondamentale, e cioè quella relativa alle Grandi navi, con il resoconto della riunione dello scorso 25 ottobre tra i ministri della Cultura, delle Infrastrutture e dell’Ambiente al termine della quale, lo stesso ministro Danilo Toninelli aveva scritto su Facebook di essere pronto a garantire «piena tutela ambientale, culturale e paesaggistica alla laguna, mantenendo Venezia quale primario polo croceristico».
Su questo tema incandescente, che insieme a quello del turismo sta mettendo a rischio l’egida dell’Unesco, era intervenuto lo stesso sindaco Luigi Brugnaro. «Siamo tutti d’accordo sul fatto che le navi da crociera non debbano passare davanti a Piazza San Marco - aveva detto - La soluzione dell’attracco a Marghera è quella che i cittadini hanno votato».
lievi modifiche
Il documento redatto da Ca’ Farsetti, al quale il Mibact ha apportato solo «lievi modifiche», è dunque in viaggio per il World Heritage Committee (la Commissione per la tutela del patrimonio dell’umanità) che nei prossimi sei mesi potrebbe chiedere altre integrazioni, ma in ogni caso non modifiche.
La posizione di Venezia, insieme a quella di altre città e siti che rischiano l’espulsione, sarà vagliata dal comitato internazionale formato dai rappresentanti di vari Stati, e quindi emetterà il verdetto. O dentro o fuori. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia