Cento chilometri di ciclabili in città, ma manca ancora una pista per collegare Mestre con Venezia
MESTRE. La “madre” di tutte le rivendicazioni delle associazioni dei ciclisti veneziani è la realizzazione della ciclabile tra Marghera e Venezia, dal Vega passando per i Pili fino a piazzale Roma. Richiesta che ora fa passi avanti perché se la pista sul ponte è stata sistemata con i recenti cantieri, arrivarci è ancora un dramma.
La giunta Brugnaro assicura che sta per andare in gara il secondo tratto, costo un milione di euro. Finora, nonostante il precario collegamento sono stati contati 76 mila transiti di bici dirette ai Ferry boat per il Lido di mestrini e turisti. Venezia è meta ambita del cicloturismo e lo dimostrano anche i ciclisti arrivati fino in piazza San Marco.
Ma ottenere la pista è stata una impresa e ci vorrà ancora tempo per percorrere il tratto Mestre-Venezia in sicurezza. Le quattromila firme consegnate al sindaco Brugnaro valgono anche per altre richieste urgenti: la realizzazione di bicipark in città (stazione S. Lucia, Tronchetto, terraferma); la messa in sicurezza del tratto Malamocco-Alberoni al Lido; la ciclabile da Forte Carpenedo a Mestre Centro con un ponte sull’Osellino, a fianco di via Colombo, verso via Zanotto (per evitare problemi sulla rotta della tram); il collegamento tra via Torino e Forte Marghera con un ponte ciclopedonale che interessa anche all’università di Ca’ Foscari. Questi ultimi sono due percorsi previsti nel Biciplan del Comune, che in una decina di anni ha portato a cento chilometri le piste in terraferma e al Lido e che vale 12 milioni di euro. Un piano che non è stato interamente realizzato dalle giunte di centrosinistra ma che ha permesso a Mestre di fare passi da gigante nelle classifiche sulla mobilità sostenibile.
I ciclisti chiedono la realizzazione della pista lungo la ferrovia dismessa della Valsugana. Richiesta accolta dall’assessore Boraso che ha annunciato i cantieri per la Favaro-Dese, collegamento atteso da tanti anni e che potrebbe creare un circuito fino a Quarto d’Altino e al museo di Altino. E poi servono percorsi protetti tra Marghera e la Riviera del Brenta, via Malcontenta; la pista lungo Rio Cimetto; il completamento della ciclabile del Terraglio in direzione di Mogliano; il completamento del collegamento tra Trivignano e Scorzè e la ciclabile sulla Miranese, in area urbana, e nel tratto da Chirignago verso Mirano. I ciclisti tornano a chiedere al Comune una consulta, per avere voce, e il passaggio delle bici nelle aree pedonali assieme ad un monitoraggio delle piste e a fondi per le manutenzioni che oggi sono una urgente necessità.
Mitia Chiarin
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