Cento anni del Toniolo, ecco dove batte il cuore di Mestre

L’inaugurazione nel 1913 con il “Rigoletto”. La rinascita con Gaber alla fine degli anni ’80. Oggi batte i record di spettatori

PADOVA. Correva il 30 agosto del 1913 quando i fratelli Toniolo aprirono per la prima volta il teatro. Mestre era un paesotto di 12 mila abitanti. “Campagna”come dicono a Venezia.

Anche per questo l’apertura del teatro fu un momento di grande emancipazione per i mestrini. Tant’è che il botteghino venne preso d’assalto: «Chi no ga palchi e scagni torni indrio!», consigliarono i fratelli Toniolo, senza tanti giri di parole.

Per l’occasione furono organizzate corse supplettive serali del tram per Mirano, Treviso, e la Riviera del Brenta. Averlo oggi un tram così efficiente. Evidentemente non s’inventa nulla, compreso quello spirito di vivere lo spazio urbano al di là dei confini municipali, che oggi chiamiamo Città metropolitana... Corsi e ricorsi della storia. Anche cent’anni fa festeggiava Giuseppe Verdi. E al Toniolo per l’inaugurazione scelsero di mandare in scena il “Rigoletto”. Dieci repliche e tutti esauriti gli 865 posti disponibili del teatro progettato dall’architetto Giorgio Francesconi.

Quello è stato solo l’inizio di una storia lunga e, in diversi momenti, tormentata del teatro. Quel che è certo è che nell’arco di tutto il secolo, il Toniolo è stato un punto di riferimento per la città. Il Toniolo è da sempre il cuore della vita culturale della città. Dal teatro, alla musica, al cinema. Ma non solo. Il Toniomo ha ospitato manifestazioni politiche di tutto l’arco costituzionale. Da ultimo il presidente del Consiglio e il presidente del Parlamento europeo. Solo un anno fa arrivò Napolitano.

Ma non fu solo un luogo di arte e politica. Negli anni ’50 fu sempre il Toniolo ad accogliere i mestrini per seguire in tv “Lascia o raddoppia” , all’indomani del primo restauro, che risale al 1951, quando il teatro, sempre privato, era però passato di mano. Già dal 1926 era saldamente in mano alla famiglia Semprebon che mantenne la proprietà fino all’ultimo, nel 1998, quando il Comune dopo un’estenuante trattativa lo acquistò, dopo averlo tenuto in affitto per 14 anni. Per l’esattezza dal 6 novembre 1984. E fu un vero flop: spettacolo “Divorziamo” con Alberto Lionello. In sala 16 spettatori. L’idea di rilanciare il teatro a Mestre sembrava fallita. Poi nel 1989 arrivò Giorgio Gaber e fu tutta un’altra musica. Da lì inizio il boom del teatro, con i record di spettatori.

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