Centinaia in Duomo per l’ultimo saluto al maestro Boschello

Mirano. Il suono della fisarmonica ha scandito la cerimonia Il figlio Marco: «Diceva di essere un operaio della musica»
MIRANO. «Caro papà, ora ti immaginiamo sorridente lassù con una fisarmonica tra le braccia».


Il ricordo del figlio Carlo e il suono di quella fisarmonica, che l’ha accompagnato per una vita, ha scandito ieri pomeriggio a Mirano l’addio al maestro Elio Boschello, mancato mercoledì a 89 anni.


Duomo di San Michele Arcangelo gremito di gente per salutare il fondatore della scuola di musica Fancelli-Boschello, tra le più famose e rinomate della provincia e del Veneto, ben presto elevata al rango di conservatorio: in chiesa molte le autorità e le personalità di Mirano, e non solo, legate al mondo della cultura e della musica.


Presenti anche le associazioni, con il labaro della Filarmonica di Mirano in testa. Commosso il saluto di Carlo Boschello, scritto a quattro mani con la sorella Alessandra e letto in chiesa dallo stesso figlio, con la voce rotta dal pianto: «Era uno che ci ha insegnato la vita vivendola. Da giovane studiava musica la notte perché di giorno era impegnato a lavorare nei campi. Fece fatica, ma superò la stanchezza perché voleva studiare per diventare, come lui diceva, “un operaio della musica”. Fece molto per Mirano, aiutato da due grandi amici come il commendatore Coin e Giancarlo Pellay. Creò la fisorchestra, formazione di sole fisarmoniche che girò il mondo e nel contempo si dedicò alla preparazione dei solisti. Molti allievi hanno poi vinto concorsi mondiali. Aveva tre capisaldi nella vita: la fede cristiana, la famiglia e la musica. A quest’ultima si consacrò. Si è occupato della scuola finché ha potuto. Diceva sempre che la musica non è un gioco, ma un privilegio e noi vorremmo che questi valori non venissero mai meno. Glielo dobbiamo».


Tanti, tra la folla, gli allievi di ieri e di oggi presenti alla cerimonia. Sublime poi l’accompagnamento musicale e il canto per il suo ultimo viaggio nella sua Mirano.


Nell’omelia, il collaboratore parrocchiale don Ivone Alessio, che ha concelebrato con l’ex parroco monsignor Lino Regazzo e il parroco di Santa Maria di Sala don Paolo Cecchetto, ha ricordato soprattutto le doti umane di Elio Boschello, riprendendo la parabola biblica dei talenti: «Lui ha vissuto così: mettendo i suoi talenti a disposizione degli altri, con disinteresse e generosità. Era un maestro, non solo di musica, ma anche di vita e di valori e questa è la sua eredità migliore», ha detto il sacerdote, ricordando anche il contributo dato da Boschello alla crescita della musica sacra e al canto liturgico, aggiungendo poi: «Ha sempre dato l’impressione di essere una persona serena. Lo era perché sapeva cosa aveva costruito e cosa stava dando agli altri, soprattutto giovani».


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