«Centinaia di milioni per l’acquacoltura»

CHIOGGIA. «Metteremo in campo nuove procedure di semplificazione e sburocratizzazione, per favorire lo sviluppo del comparto dell'acquacoltura, costruendo un meccanismo di autorizzazione più...
mph06b Elisabetta Donaggio 10/2/2004 Valle Figheri: vasche acquacultura conferenza stampa acquacultura e Valle Figheri
mph06b Elisabetta Donaggio 10/2/2004 Valle Figheri: vasche acquacultura conferenza stampa acquacultura e Valle Figheri

CHIOGGIA. «Metteremo in campo nuove procedure di semplificazione e sburocratizzazione, per favorire lo sviluppo del comparto dell'acquacoltura, costruendo un meccanismo di autorizzazione più semplice, anche per quanto riguarda le concessioni demaniali».

Arriva dal sottosegretario alla Pesca, Giuseppe Castiglione, l'annuncio di norme più semplici per l'avvio degli impianti di acquacoltura. Questa attività, di fatto, rappresenta l'alternativa, in chiave evoluta e sostenibile, all'attività di pesca, sempre più “ristretta” dalle normative comunitarie che intendono garantire la tutela dell'ambiente e degli stock ittici. Ma il decollo delle imprese complementari alla pesca ha, finora, patito i meccanismi burocratici. «Oggi, per realizzare un impianto di acquacoltura in Italia», dice Castiglione, «servono anni, contro i sei mesi della Norvegia. Ma la nuova politica comune della pesca ha scommesso sullo sviluppo di queste imprese, anche in termini economici». Questa semplificazione normativa, spiega Castiglione, insieme al pacchetto di investimenti per l'Italia, adottato nell'ambito del programma operativo 2014-2020, consentirà a pescatori e acquacoltori «di affrontare il futuro con fiducia»; potranno contare, infatti, su 978,1 milioni di euro, di cui 537,3 milioni di fondi provenienti dal bilancio Ue. «La parola d'ordine del futuro sarà coniugare sostenibilità e redditività», conclude Castiglione, secondo il quale occorrerà innanzitutto revisionare le licenze di pesca. «Ogni licenza», spiega, «dovrà essere digitalizzata per garantire una maggiore trasparenza e dovrà contenere un numero ridotto di attrezzi, per far sì che le imbarcazioni possano specializzarsi ed essere partecipi e consapevoli nei piani di gestione». (d.deg.)

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