Cent’anni di Porto Marghera: «Il comitato aperto a tutti»
MESTRE. Ci ha pensato il ministro Dario Franceschini a stemperare la polemica che era divampata subito dopo l’annuncio della nascita del comitato per le celebrazioni del centenario della nascita del polo industriale veneziano di Porto Marghera.
«Il Comitato per sua natura è aperto», ha detto via Ansa il ministro dei Beni culturali. «Ho già sentito questa mattina (ieri, ndr) il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e concordemente abbiamo deciso di integrare il Comitato con i rappresentanti dei sindacati, della Regione del Veneto, con i parlamentari veneziani e con altre personalità della città scelte insieme al sindaco stesso».
Dallo staff del sindaco confermano: la presenza nel comitato delle organizzazioni sindacali era praticamente data come scontata e il sindaco sta anche pensando di coinvolgere la città e quanti hanno studiato, vissuto le trasformazioni, e lavorato a Porto Marghera per le celebrazioni del centenario nel 2017 con un gruppo locale.
A protestare per l’assenza nel Comitato promotore di voci importanti per raccontare Porto Marghera sono stati in tanti. Il parlamentare Pd Andera Martella spiega di aver parlato con il ministro.
«Mi ha spiegato che l’esclusione è stata un errore. Ora ci saranno anche sindacati, Regione, parlamentari veneziani e quanti hanno avuto un ruolo in una vicenda tanto complessa. Un errore prontamente riparato per la soddisfazione di tutti», dice il parlamentare.
Anche il sottosegretario Pier Paolo Baretta aveva fatto sentire la sua voce con il ministro, anche su Twitter. «Celebrare il Centenario di Porto Marghera senza i sindacati è un non senso».
Baretta, poi, ha gioito per la precisazione di Franceschini. I sindacati confederali, Cgil , Cisl e Uil, con un comunicato congiunto avevano ieri mattina vivamente protestato: «Nel novero del comitato non c’è la presenza di Cgil, Cisl e Uil, negando di fatto tutta la storia e le vicende politico sindacali, la straordinaria portata del movimento sindacale e delle innumerevoli iniziative sul versante contrattuale per la salvaguardia dei posti di lavoro, sui temi dello sviluppo del territorio e per l'accrescimento qualitativo del tessuto sociale. Non vorremmo fosse l'ennesima sottovalutazione che il sindaco intende portare avanti nei confronti del movimento sindacale, come da tempo sta facendo nei confronti del ruolo della rappresentanza sulle scottanti problematiche di Venezia e della sua area metropolitana».
Immediata la richiesta a ministro e sindaco di «un riposizionamento al fine di inserire le organizzazioni confederali all'interno della commissione, riconoscendo il valore centrale e strategico del movimento dei lavoratori nello sviluppo del nostro territorio».
Non si scandalizza invece Massimo Meneghetti, sindacalista della Femca Cisl, per cui non c’è nulla da festeggiare: «Crediamo che non sia utile festeggiare le disgrazie, se non ricordare i 100 anni di storia. Siamo passati da 40.000 addetti occupati a poco meno di 4.000 tra diretti e indiretti, con decine di aziende che negli anni hanno chiuso e migliaia di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro».
Bonifiche, cessione delle aree libere, i 23 progetti finanziati dal Mise e l’Agenzia dello sviluppo voluta da Brugnaro sono ancora nebulose. «Per festeggiare non c'è miglior idea e progetto che dare gambe a quanto concordato, ivi compresa la realizzazione dei progetti di "chimica verde" concordati con Eni».
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