Cenone della Caritas con i senzatetto
Mobilitati i volontari in tutta la provincia nel segno della solidarietà

L’ultimo dell’anno con i senzatetto voluto dalla Caritas con don Dino Pistolato
VENEZIA.
Notte di San Silvestro, notte di solidarietà accanto ai senzatetto. Per festeggiare l'arrivo del 2011 centinaia di volontari ha rinunciato senza rimpianti alla festa in Piazza San Marco. A proporre lo speciale Capodanno è stata la Caritas in collaborazione con la Pastorale giovanile diocesana.
Il direttore della Caritas monsignor Dino Pistolato, annota: «Quest'anno abbiamo raddoppiato la presenza in ben otto strutture e luoghi cittadini». A Mira, la casa di ospitalità per stranieri; a Chirignago l'ospitalità per disabili don Orione; a Forte Rossarol la struttura per minori stranieri non accompagnati del centro don Milani; a Mestre la mensa di Ca' Letizia; a Venezia e Mestre le case di riposo cittadine e le stazioni ferroviarie. «Obiettivo dell'iniziativa non è solo quello di manifestare la solidarietà attraverso un dare qualcosa con gesti concreti - ad esempio l'offrire denaro o acquistare un pacco spesa - ma è anche un darsi personale». Festeggiamenti anche a Betlemme, la casa di accoglienza notturna collegata alla Caritas che si trova a pochi passi da Piazzale Roma. Qui i volontari hanno cucinato e servito pasti caldi. Entusiasti i ventunenni Chiara e Stefano di Marghera. Entrambi universitari, lei studia Scienze infermieristiche, lui ingegneria: «Abbiamo deciso di stare con gli ultimi per regalare un sorriso a chi non ha più nulla. Qui si riceve più di quello che di dà». Felici anche i coniugi Laura e Silvio Pretegiani della Giudecca. E' il loro primo capodanno con i clochard: «Eravamo stanchi dell'effimero. I senzatetto sono persone interessanti. Bisogna saperli ascoltare. Ognuno di loro ha una storia. Qui abbiamo solo da imparare». Tra gli homeless anche Gerard, francese di 54 anni. I suoi amici: due cani, Joyce e Teva. Anche lui come gli altri dorme ovunque. Ma a Venezia può contare su una rete di solidarietà. Ogni giorno la vita di Gerard riparte dentro un cartone: «Di notte ho freddo alla testa, mi riparo con un cappello di lana. Sono arrivato un anno fa. A Nizza ero giardiniere. Bevo solo te, non vino. In Francia siamo numeri, a Venezia uomini». Scocca la mezzanotte. Il 2011 è arrivato. A tutti una fetta di panettone, un dito di spumante. E tanta solidarietà.
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