Cena a Spinea: «Insieme per vincere la paura»
SPINEA. I musulmani del Miranese rompono il digiuno del Ramadan e, con la sovrapposizione significativa il 2 giugno delle date della Festa della Repubblica e della cerimonia dell’Iftar, invitano a cena a Spinea tutti i “vicini di casa” per una serata che vuole essere soprattutto un segnale di distensione e avvicinamento culturale tra le varie realtà del territorio, senza paura del “diverso” e senza altri scopi se non il mangiare e chiacchierare serenamente in compagnia.
A Spinea, dunque, l’integrazione si cerca di fare, in un momento chiaramente difficile, anche così: a tavola, scambiandosi il cibo fatto in casa e concludendo uno dei momenti fondamentali dell’anno islamico (l’Iftar è la cena comunitaria che spezza a metà il rituale digiuno del Ramadan) con una condivisione che si spera partecipata dall’intero territorio.
Oggi l’appuntamento è per tutti alle 20.30 in via Negrelli, nella stanza messa a disposizione del centro culturale islamico Salam di Spinea «per condividere insieme», come spiegano nell’invito, «il pasto per la rottura del digiuno, con l’intento di consolidare e saldare lo spirito di convivenza, amicizia e pace che ci unisce».
La serata, con cibo preparato dalle quasi 200 persone che frequentano abitualmente il centro culturale, si aprirà con una lettura collettiva al centro, per poi passare alla “cena di pace” vera e propria, alla quale sono stati invitati le autorità cittadine, i membri delle forze dell’ordine, le associazioni culturali e anche i rappresentanti delle parrocchie di Spinea.
«Per la cena dell’Iftar», spiega il responsabile del centro culturale Milad Mokhtari, «l’usanza dell’Islam è quella di incontrare tutti i cittadini per un’occasione di scambio, dialogo e confronto. Noi ci teniamo a fare capire la nostra voglia di essere in pace e in unione con tutte le realtà di Spinea, città che ci ospita e alla quale siamo grati, e per questo da tre anni condividiamo questa cena.
Qui non ci sono mai stati grossi problemi con i nostri vicini, e ci fa ancora più piacere aprire le nostre porte a tutti, a chi ci conosce ma soprattutto a chi non ci conosce e magari ci teme e ha paura di noi. A questi, soprattutto, dico che vengano a mangiare assieme a noi il cibo preparato dalle nostre famiglie e offerto a tutti. Mangiare assieme, scambiare due parole in pace è il modo migliore per abbattere le differenze, per capire tutto quello che ci unisce e che qualcuno, che probabilmente nemmeno sa cosa sia l’Islam o ne ha una visione totalmente distorta, non riesce a capire».
«Questo incontro», prosegue Giovanni Litt del tavolo per la pace di Spinea, associazione che collabora nell’organizzazione, «vuole essere un modo di unire persone differenti e con differenti tradizioni, culture, religioni: perché la diversità è sempre una ricchezza per una società che faccia vivere bene tutti, nessuno escluso».
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