Celeste spera, venerdì riprende le cure con le staminali

MESTRE. Celeste riprenderà l’infusione con le cellule staminali presso gli Spedali Civili di Brescia il prossimo venerdì, 22 agosto.
A comunicarlo attraverso i genitori della piccola mestrina, gli avvocati Marco Vorano e Dario Bianchini, è stato il medico nominato con un’apposita ordinanza del Tribunale del lavoro di Venezia del 13 agosto scorso, il dottor Giuliano Mastroeni di Brescia. È toccato a lui trovare l’equipe medica (anestesista, infusore e infermiere) per riprendere le infusioni che erano state interrotte nello scorso febbraio.
In pochi giorni è riuscito nell’intento e così ha comunicato al direttore sanitario della struttura bresciana che venerdì Celeste verrà sottoposta alla cura che tanto sollievo le aveva dato in precedenza.
L’iniezione di staminali avrebbe dovuto essere ripetuta prima di tre mesi dopo l’ultima di febbraio, quindi entro maggio, ma l’indagine penale della Procura di Torino aveva fatto scattare il rifiuto dei sanitari degli Spedali Civili di Brescia prima e le aspre critiche del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin ai metodi di Stamina, poi, avevano bloccato le infusioni non solo nei confronti di Celeste ma anche per altri bambini di diverse città nelle stesse condizioni della piccola mestrina e a favore dei quali la magistratura di vari centri era intervenuta con le sue ordinanze. Tanto che le famiglie coinvolte, oltre a ricorrere all’autorità giudiziaria e a ottenere soddisfazione grazie alla norma che parla di «cure compassionevoli», avevano protestato anche davanti alla sede del ministero romano.
Dopo la precedente ordinanza dei giudici veneziani, che aveva incaricato i dirigenti degli Spedali bresciani di trovare l’equipe medica, l’avvocato Vorano aveva sostenuto che «la pronuncia dei giudici veneziani si caratterizza per il rigore giuridico in un periodo in cui più volte la terapia è stata oggetto di considerazioni metagiuridiche finalizzate a screditarne i benefici paventandone rischi, allo stato mai accertati». «Rimane l'amaro in bocca per i tempi un po' lunghi fissati dall' ordinanza per l' esecuzione della terapia», aveva proseguito il legale della famiglia Carrer, «purtroppo Celeste non è in condizione di aspettare così a lungo, tenendo presente che la cura le è stata illegittimamente sospesa già dal febbraio scorso, con la conseguenza che il suo quadro clinico è peggiorato a vista d' occhio».
Il direttore generale della struttura sanitaria bresciana Ezio Belleri, ieri, ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna comunicazione dai medici ausiliari nominati dai giudici di Venezia e delle altre città, non ha escluso però di poter ricevere indicazioni nelle prossime ore.
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