Celeste, avanti con le cure Decreto legge del governo
Il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che stabilisce che tutti i pazienti che hanno iniziato la terapia con le staminali preparate col metodo Stamina potranno portare a termine i loro protocolli anche se il laboratorio di riferimento, quello degli ospedali civili di Brescia, non è autorizzato. Una nuova speranza, quindi, per la piccola Celeste, la bambina di Tessera affetta da atrofia, in cura a Brescia. «Una gioia» commenta Gianpaolo Carrer, padre di Celeste, «ma incompleta perché non coronata dal fatto che tutti i bambini vi possono accedere». E «resta l’amarezza e il senso di ingiustizia per quelli che continueranno a combattere per accedere alle cure». Serviva insomma «un ulteriore atto di umanità», dice Carrer. La figlia a Brescia sta meglio: «I risultati cominciano a essere sempre più evidenti. Ora sta bene, ogni giorno ci regala nuovi progressi e lei è sempre sorridente. Una vittoria inimmaginabile».
L’avvocato della famiglia, Dario Bianchini ribadisce di non capire «perché il trattamento venga consentito a qualcuno ma negato a chi lo deve ancora iniziare».
«La norma si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato, che non abbia dato gravi effetti collaterali, non deve essere interrotto», precisa il ministro della Salute Renato Balduzzi. Ma il pediatra Mario Andolina da Brescia rilancia l’allarme.
«C’è una buona notizia ma anche una cattiva. La buona è la prosecuzione delle cure stabilita dal consiglio dei ministri. La brutta è che circola una bozza di un decreto legge che il consiglio dei ministri potrebbe approvare e che abroga per sempre la legge Turco sulle terapie compassionevoli che diventeranno impossibili. Questo vuol dire salvare oggi una ventina di vite ma condannare in futuro migliaia di persone. Novemila quelle in lista d’attesa a Brescia». Andolina si rivolge a Balduzzi. «Se non lo firma lo benedico per sempre», dice, «se invece lo approva fa qualcosa di mostruoso». Anche il papà di Celeste ribadisce il concetto: «Se un nuovo decreto cancellasse la norma Turco sarebbe veramente l’ennesimo atto vergognoso nei confronti di questi bimbi. Serve buonsenso». E domani a Roma, in piazza Ostiense, la manifestazione per il diritto alle cure compassionevoli organizzata dopo il clamore del caso di Sofia. Anche lei potrà continuare a curarsi.
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