Cecchi Paone si offre da guida alla scolaresca

JESOLO. «Le statuette itifalliche egizie non hanno una funzione pornografica, bensì propiziatoria: simboleggiano vita, fertilità, fortuna, protezione dalla sfortuna». Alessandro Cecchi Paone ha...
15/03/2012, Milano, trasmissione televisiva L'isola dei famosi, nella foto Alessandro Cecchi Paone
15/03/2012, Milano, trasmissione televisiva L'isola dei famosi, nella foto Alessandro Cecchi Paone
JESOLO. «Le statuette itifalliche egizie non hanno una funzione pornografica, bensì propiziatoria: simboleggiano vita, fertilità, fortuna, protezione dalla sfortuna». Alessandro Cecchi Paone ha risposto così al maestro originario della Carnia scandalizzato dall’antica statua simboli fallico alla mostra “Egitto. Dei, Faraoni, Uomini” al lido e si è offerto di fare da guida alla scolaresca. Il maestro residente in un comune della Carnia in provincia di Udine ha scritto una lettera di censura dopo che il nipote di 9 anni aveva disegnato un antico egizio con il fallo eretto di ritorno dalla visita il primo giorno di inaugurazione della mostra jesolana.


Cecchi Paone è testimonial della mostra jesolana. «Non c’è alcuno scandalo nella statuetta itifallica presente nella mostra sull’antico Egitto di Jesolo», chiarisce Cecchi Paone, «ed è giusto che il reperto sia presente nel percorso espositivo-didattico nel rispetto della corretta educazione dei più giovani, ma anche delle preoccupazioni legittime di famiglie e docenti».


La statuetta della prima età tolemaica, alta circa 40 cm., realizzata in argilla cruda e bitume, prezioso prestito museale, si trova nell’area della mostra dedicata al culto dei morti.


«Tutti gli studiosi dell’antichità, gli archeologi e gli antropologi culturali», aggiunge, «confermano che il fallo maschile raffigurato eretto, piuttosto che un significato erotico o osceno, simboleggia vita, fertilità, fortuna, protezione dalla sfortuna. Sarebbe un errore impedire alle nuove generazioni di venire a contatto con una tale ricchezza didattica e sono ovviamente pronto a raccontare nel dettaglio tutto questo di persona all’insegnante preoccupato ed ai suoi alunni durante la visita della sua scolaresca, ma anche a tutti gli altri che chiedessero di effettuare una visita guidata con me alla mostra di Jesolo».
(g.ca.)


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