C'è una una ciclopista europea tra Favaro e Dese

Inaugurato l’atteso collegamento ciclabile tra i due quartieri: due chilometri e mezzo costati 1,7 milioni di euro

MESTRE. Il vulcanico parroco di Dese, don Enrico Torta, è arrivato inforcando la sua bicicletta elettrica, dono dei parrocchiani, al gazebo allestito nel parcheggio dell’accesso al Bosco di Mestre per l’inaugurazione del collegamento ciclabile che unisce Favaro a Dese lungo la provinciale via Altinia: «Questa pista - ha detto il sacerdote - è un ristoro dall’inquinamento».



Un giorno storico quello di ieri per i residenti delle due comunità e per i cittadini della città che frequentano il polmone verde che finora non è mai stato accessibile se non rischiando la vita. Per anni la famosa ciclopedonale è stata soprannominata «Godot» perché non arrivava mai. Sempre inserita in bilanci e programmi di opere pubbliche, poi stralciata, posticipata, messa da parte. Ci sono voluti gli appelli e gli ultimatum del parroco don Enrico, quelli dei presidenti delle Municipalità che si sono succedute negli anni: ieri era presente anche Ezio Ordigoni, che tanto si è battuto per la pista. Ecco perché il taglio del nastro è stato un momento di festa che ha raccolto centinaia di persone nonostante la pioggia: i bambini dell’Istituto comprensivo Ilaria Alpi con la dirigente Elisabetta Pustetto, la parrocchia di Dese al gran completo, la Fiab di Mestre ovviamente in bici, ma anche i Rangers e tutti i volontari che a più titolo si occupano del Bosco. E poi i politici: il sindaco Luigi Brugnaro ha tagliato il nastro assieme all’assessore regionale Elisa De Berti. Sul palco l'assessore Renato Boraso che ha seguito i lavori, il presidente di Favaro, Marco Bellato, don Enrico Torta e don Giuseppe Simoni. Un po’ più appartato l’ex assessore regionale Renato Chisso.



Ma i veri protagonisti sono stati i bambini e i tanti amanti delle due ruote. «Erano alcuni decenni» ha sottolineato il sindaco «che prima si era sognato, poi vagheggiato e quindi discusso della possibile realizzazione di questa pista. Oggi adempiamo alla promessa fatta all'inizio del nostro mandato: quella cioè di costruirla e di renderla operativa. Sarà utile non solo ai residenti, ma a tutti i cittadini che potranno finalmente arrivare, anche in bicicletta, fino al Bosco di Mestre». Il sindaco ha poi sottolineato la valenza della pista anche per i tanti turisti che scelgono la terraferma.

La realizzazione della pista è stata resa possibile da un cofinanziamento: 825.000 euro sono arrivati dall'Unione Europea, 600.000 dalla Città Metropolitana, 330.000 dalla Regione, per un totale di 1.755.000 euro. «La aspettavamo da 27 anni» ha detto don Torta, «per questo ringrazio tutti e spero che sia utilizzata il più possibile. Adesso aspettiamo la possibilità di proseguirla fino a Marcon e poi Quarto d’Altino».

La pista è stata costruita sul lato ovest di via Altinia, con inizio di fronte al parcheggio scambiatore: è lunga 2,5 km, larga 3 (per consentire così il passaggio promiscuo di pedoni e ciclisti). Per renderla più confortevole e fruibile sono stati piantati 106 nuovi alberi, installati 70 nuovi lampioni e posizionate 6 piccole aree di sosta, dotate di panchine. Grazie ad un finanziamento della Città metropolitana il percorso sarà allungato per collegarlo, attraverso una passerella sopra il fiume Dese, a Marcon da un lato, e a Quarto d'Altino-Jesolo dall'altro. Gli uffici del Comune stanno studiando la possibilità di allungare il percorso fino al centro di Favaro. —


 

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