«C’è un solo addetto» Centro per l’impiego fa la cura dimagrante
Il centro per l’impiego di Venezia sta per chiudere. Dal 1 dicembre ci sarà solo un ufficio a cui rivolgersi per le pratiche di disoccupazione e per la ricerca di un lavoro, l’ufficio di Mestre, in via Sansovino.
Una novità che arriva quando i dati dell’attività dei centri per l’impiego confermano che le dichiarazioni di inizio disoccupazione del 2015 hanno il numero più elevato degli ultimi otto anni anche se un calo rispetto al 2014 c’è ed è in città appena del 2 per cento mentre Chioggia addirittura conta il 10 per cento di richieste di disoccupazione in più. Gli uffici di Venezia e Mestre sono quelli che hanno gestito il 33% delle pratiche a livello provinciale, arrivate a quota 17.824.
Insomma, cresce il numero di persone alla ricerca di lavoro in città e provincia e uno dei centri per l’impiego (8 attivi con la vecchia provincia) chiude. Perché, come spiega Giancarlo Da Lio della Funzione pubblica della Cgil di Venezia «in pratica non c’è più personale. A Venezia era rimasta solo una persona in servizio e la dirigenza ce lo ha confermato. Troppo poco per gestire la mole di lavoro. Quindi, la decisione è stata di chiudere l’ufficio di piazzale Roma e spostare tutto a Mestre, in via Sansovino». Insomma, per assurdo, l’ufficio che deve aiutare chi cerca lavoro resta senza addetti.
L’ufficio di Venezia (che serviva anche isole e Pellestrina) aveva una mole di lavoro inferiore a Mestre e il trasloco con la tecnologia non dovrebbe creare disagi visto che molte pratiche si possono sbrigare via mail e fax. Ma per le organizzazioni sindacali degli ex lavoratori della Provincia, oggi Città metropolitana, questa chiusura ha «il sapore di una sconfitta totale, anche della politica, perché rimangono tutte le perplessità sul lavoro dei lavoratori rimasti alla Città metropolitana e nel frattempo ci sono servizi ai cittadini che chiudono. Per primo, il centro per l’impiego di Venezia. E poi anche l’Urp di Mirano, che risulta chiuso da alcuni giorni», continua a spiegare Da Lio. Insomma la chiusura del centro per l’impiego di Piazzale Roma è un esempio dei problemi che si vivono nel passaggio dall’ex provincia alla Città metropolitana. Il settore lavoro dovrebbe finire sotto l’Agenzia nazionale, che non è ancora operativa, e i centri, nell’attesa, dovrebbero essere in capo alla Regione. La legge di riassetto delle ex Province dovrebbe garantire il lavoro ai dipendenti di questo settore ma tra i dipendenti c’è incertezza. Intanto il numero dei dipendenti si assottiglia di settimana in settimana: già nel passaggio dalla Provincia alla città metropolitana il personale si è ridotto del 30 per cento e nei centri per l’impiego, stimano alcuni lavoratori, si è passati da 100 a 60 addetti in poco tempo. C’entrano i tanti pensionamenti ma anche i cambi di mansione che hanno finito per svuotare, ad esempio, il centro per l’impiego di piazzale Roma che ora chiude.
La minaccia era nell’aria da mesi e doveva interessare anche la struttura di Jesolo che si è però salvato dopo un pressing del sindaco Zoggia sul sindaco metropolitano. Gli uffici di San Donà e Portogruaro, dicono i sindacati, sono in sofferenza perché il personale scarseggia. La chiusura dello sportello di piazzale Roma, invece, viene attuata senza clamore: dal 1 dicembre l’unico centro per l’impiego comunale sarà quello di via Sansovino. Per chi abita nelle isole, una scomodità in parte attenuata dal collegamento via tram da Venezia.
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