C’è la visita fiscale ma il medico sbaglia indirizzo

SOTTOMARINA. «Ho sbagliato a non querelare subito. Ma ora lo farò: chiamerò in causa l’Inps, il medico fiscale e tutti quelli che, con la loro incuria ci hanno danneggiato». L’ex consigliere comunale...

SOTTOMARINA. «Ho sbagliato a non querelare subito. Ma ora lo farò: chiamerò in causa l’Inps, il medico fiscale e tutti quelli che, con la loro incuria ci hanno danneggiato». L’ex consigliere comunale Renzo Donin ha un diavolo per capello. Parla subito dopo aver ricevuto la comunicazione dell’Inps che, per la seconda volta, nega la copertura per una settimana di malattia di cui sua moglie, Isabella, la vera danneggiata in questa vicenda, aveva usufruito alla fine dello scorso anno. E il problema che ha originato la querelle è assolutamente banale: la mancanza di un «/D» nell’indirizzo del certificato.

«Quando mia moglie è stata male» spiega Donin «il nostro medico di famiglia l’ha visitata, ha compilato il certificato telematico e l’ha inviato all’Inps, come aveva già fatto altre volte. E già una volta, in passato, l’Inps aveva disposto una visita fiscale che si era svolta regolarmente. In questa occasione hanno mandato di nuovo il medico fiscale a verificare la congruità del certificato. Secondo la comunicazione che abbiamo ricevuto il 13 gennaio, il medico era passato il 28 dicembre ma, non trovando il domicilio indicato nell’indirizzo, se n’è andato e l’Inps ha conseguentemente negato la prestazione».

Donin si era, quindi, recato all’Inps per chiarire e lì gli avevano mostrato un certificato telematico che riportava come civico del suo indirizzo il «5» anziché il «5/D». Il medico di famiglia assicura di aver spedito il certificato con il civico corretto, anche perché i dati dell’assistita sono in computer da anni e vengono inseriti nel certificato in automatico. Ma il colmo è che la lettera di contestazione è arrivata ai Donin, dall’Inps, indirizzata al civico 5/D. Insomma, l’Inps aveva l’indirizzo giusto, il medico fiscale forse no, ma non sembra che si sia dato la pena di cercare più di tanto, né confrontando l’indirizzo con quello registrato all’Inps, e neppure, più banalmente, chiedendo a qualcuno: i Donin abitano di fronte a una farmacia e sarebbe bastato andare lì dentro.

«Il responsabile dell’Inps» continua Donin «ha detto che bastava un semplice ricorso e tutto si sarebbe risolto. L’abbiamo fatto e ce lo hanno respinto. A questo punto denuncio tutti».

Diego Degan

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