C’è la Biennale, via i murales degli studenti

Al liceo artistico il preside fa imbiancare i muri su cui i giovani avevano dipinto e disegnato

«Sono una studentessa del Liceo artistico di Venezia e ho partecipato all’occupazione pacifica e costruttiva effettuata nel mese di novembre 2012, nella quale abbiamo ridipinto e decorato i muti e gli armadi. In particolar modo la nostra aula autogestita, quella in cui avvenivano le riunioni per organizzare manifestazioni ed eventi». Ora, tutto questo è stato cancellato e imbiancato: i murales sono stati coperti con la vernice bianca e i disegni su carta staccati dal muro e sistemati in un magazzino. A spiegare perché è sempre la studentessa con la sua lettera: «Da poco la nostra scuola ospita un padiglione della Biennale, quindi per alcuni giorni il piano terra è rimasto chiuso. L’altro giorno ho potuto vedere, con mio grande disappunto, che nella nostra stanza era stata inserita un installazione, il problema principale è che i muri sono stati imbiancati e i disegni tolti, quando si poteva coprire tutto tranquillamente con dei pannelli ».

La studentessa ha poi cercato di capire che cosa è accaduto e spiega: «Mi sono informata sulla responsabilità di questo avvenimento, scoprendo che la preside non si era preoccupata minimamente di sottolineare all’artista l’importanza del nostro lavoro e di informarci della possibile rimozione, operando così a nostra insaputa e senza il nostro consenso». Il giudizio della studentessa e di molti altri giovani del Liceo artistico sul comportamento della dirigente dell’istituto non è certo positivo visto che «la preside dovrebbe collaborare con noi, incentivarci, rappresentarci e rispettarci, soprattutto perché, a piena conoscenza della fatica e dell’impegno che avevamo riposto in quell’aula. Noi studenti ci sentiamo sminuiti nel nostro impegno, vediamo reprimere la nostra arte, vediamo un conti9nuo menefreghismo nei nostri confronti se non l’ostruzionismo nei riguardi delle nostre iniziative».

Questa circostanza porta la studentessa a una serie di considerazioni generali: «Non è possibile che anche all’interno della scuola ci sia il riflesso dello stato italiano, dove i giovani non sono più il futuro e contano davvero poco. Noi studenti siamo indignati, preoccupati e disgustati da questa continua presa in giro delle persone che stanno più in alto di noi, persone che non ci rispettano, persone che non riescono a rappresentarci e che non vogliamo che ci rappresentino». A Venezia, in occasione della Biennale d’arte, ormai c’è la corsa da parte dei paesi che non hanno un padiglione ai Giardini a trovare spazi espositivi e così vengono affittate scuole, sedi di istituzioni, anche palazzi privati. Gli artisti della Palestina, quest’anno, si sono sistemati al Liceo artistico.

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