Cavarzere. Tre ragazzini si gettano nell’Adige: trascinati dalla corrente. Recuperati due corpi / FOTO
CAVARZERE. Sono morti abbracciati Abdelilah Bahri, 16 anni, Hamza Badrane, 15 anni e Icham Hadbur, 18 anni, figli di immigrati marocchini, tutti residenti a Cavarzere. Hanno cercato di salvarsi l'un l'altro dopo l'avventato tuffo nell'Adige, a Cavarzere in località Marice. La corrente li ha travolti e sono morti annegati. La tragedia è accaduto attorno alle 14.30.
Il fiume ha prima restituito il cadavere di uno dei tre ragazzi, recuperato dai vigili del fuoco alle 17. Poi, attorno alle 23, è stato recuperato anche un secondo corpo. Le ricerche per recuperare il terzo cadavere sono proseguite tutta la notte con l'ausilio di un carro fari per illimunare la zona e sono poi riprese alle prime luci del giorno. Ma dopo due giorni di ricognizioni non è stato possibile trovare il corpo del terzo ragazzino e le ricerche sono state sospese in attesa che il fiume (o il mare) restituisca il cadavere. Sul posto hanno lavorato per molte ore le squadre di sommozzatori da Venezia e da Vicenza.
Secondo una prima ricostruzione, uno dei ragazzini ha voluto fare il bagno nel fiume ma si è poi trovato in difficoltà. Gli altri due si sono gettati in acqua per aiutarlo. Nessuno dei tre però è poi riuscito a tornare a riva. I tre ragazzi si trovavano in un punto in cui la corrente è molto forte. Assieme a loro c'era anche un quarto amico (il più piccolo, di appena 14 anni), che ha lanciato l'allarme.
Pare che solo uno di loro (Icham, che un mese fa aveva compiuto 18 anni) sapesse nuotare. In quel tratto il corso d'acqua è infido, e il fondale può passare improvvisamente da una profondità di poche decine di centimetri a qualche metro.
I testimoni: "Li abbiamo visti annegare". «Li abbiamo visti inghiottire dall'Adige, improvvisamente sono spariti dalla nostra vista». Non credevano ai loro occhi due trevigiani che si trovavano sul posto mentre si è consumata la tragedia. È ancora sotto choc Doris Vettoretto, testimone oculare del dramma di ieri pomeriggio. Lui si trovava assieme alla compagna Vittoriana Andreatta sulla sponda opposta a quella scelta dai ragazzini marocchini per il loro bagno pomeridiano.
Il dramma nella comunità marocchina. «Sono il fratello di Hamza. No, i genitori non sono qui. Il papà è al lavoro, in provincia di Ferrara. La mamma è a casa, a Cà Labia: non le abbiamo ancora detto nulla, speriamo che non sia vero». Ieri pomeriggio la comunità marocchina di Cavarzere era tutta radunata sulla riva dell'Adige, a sperare, prima, e a piangere, poi, i suoi tre giovani figli. I tre ragazzi erano molto inseriti nella struttura sociale del paese: «Frequentavano il patronato» racconta padre Pietro dei Canossiani. «Bahri ieri giocava a calcio con noi, diceva che mercoledì sarebbe partito per il Marocco. Dopo le medie voleva frequentare l'Enaip a Porto Viro».
Le testimonianze e il raccondo della drammatica giornata sulla Nuova in edicola o in abbonamento digitale
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia