Cavane abusive, arrivano le ruspe

Caorle. Ieri il primo abbattimento tra le proteste: «Nessuno ci ha avvisato». Poi lo stop della Finanza
Di Gemma Canzoneri
DE POLO - DINO TOMMASELLA - CAORLE - DEMOLIZIONE DI PARTE DEI "CASONI" - I SEGNI ROSA DELIMITANO LA PARTE DA ABBATTERE
DE POLO - DINO TOMMASELLA - CAORLE - DEMOLIZIONE DI PARTE DEI "CASONI" - I SEGNI ROSA DELIMITANO LA PARTE DA ABBATTERE

CAORLE. Smantellamento della cavane abusive: all’isola dei pescatori arrivano le ruspe.

È una storia lunga e articolata quella che vede al centro della polemica l’eliminazione di pontili, bricole e cavane definite abusive dal Corpo Forestale dello Stato e dalla Procura della Repubblica. Di queste strutture sulla laguna di Caorle, che comprende le zone di Brussa, Bocca Volta, i canali dei Lovi e Cavanella, ne sono state rilevate circa un centinaio, alcune delle quali abbandonate ma, nonostante siano spesso fatiscenti e rappresentino un degrado ambientale per l’area, i pescatori che le possiedono le ritengono di vitale importanze per la sopravvivenza del proprio lavoro. Queste strutture servono come via di accesso alle imbarcazioni e come rifugio per le stesse e gli strumenti di pesca. In realtà, quindi, dello smantellamento, prima come possibilità e poi come regolamento ufficiale, si parla da anni ma le ruspe sono arrivate solamente ieri creando perplessità e disagi a quei pescatori che, secondo la loro testimonianza, non erano stati avvisati dell’intervento.

«Sapevamo che era solo questione di tempo» spiega P.L.B, pescatore di laguna da generazioni, «la protesta è contro la mancanza assoluta di un avviso ufficiale da parte del Comune che questa mattina (ieri. Ndr) si è presentato con le ruspe segnando di gran foga le aree da smantellare senza nemmeno curarsi del fatto che fossimo o meno presenti in loco. Non è giunta alcuna notifica e dal Comune non ci è stata data spiegazione».

La vicenda non si limita ad un regolamento che solamente in questi giorni ha preso il via, ma registra delle sfaccettature recenti, datate 2014, quando il Tribunale di Venezia, a seguito di un’indagine penale, volle mettere un punto sulla questione. Al tempo, tra le varie possibilità alternative, fu presentato da parte del sindaco Luciano Striuli un iter progettuale che prevedeva la costruzione di nuovi ricoveri fatti a regola d’arte cioè il Piano degli specchi acquei che esattamente come il Piano Casoni attende ancora di vedere la luce. Ad intervenire sulla questione, ieri pomeriggio, è stato il distretto marittimo della Guardia di Finanza di Caorle che, a seguito di una moderazione, è riuscito a posticipare lo smantellamento per accertare che le parti (il Comune e i privati interessati) avessero correttamente adempiuto all’invio e alla ricezione delle dovute informative. «Se il Comune ha inoltrato l’avviso nei tempi previsti sarà facile intercettarne la notifica di ricezione» spiega il comandante Giuseppe Cassano. «Nel frattempo lo smantellamento è stato sospeso per consentire un giusto confronto».

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