«Cavallino ricorrerà alla Corte Europea»

Il sindaco Orazio contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha negato le quote di Save e Autostrade

CAVALLINO. «Siamo stupiti dalle motivazioni del Consiglio di Stato che ci escludono da Save e Autostrade e contro questa sentenza siamo pronti a ricorrere alla Corte Europea. Tra l'altro Venezia deve ancora versare a Cavallino-Treporti il 6,82% del suo patrimonio che non insiste sul litorale, che rappresenta il grosso della divisione dei 40 milioni di euro che non è stato mai messo in discussione da nessuna sentenza. Somma che esula dall'avanzo di amministrazione del 1998 già riconosciuto con tanto di interessi». Il sindaco Claudio Orazio fa il punto della situazione in modo perentorio all'indomani della sentenza del Consiglio di Stato sulla divisione delle società partecipate che riconosce al neo Comune le quote del Casinò di Venezia, escludendolo però dalla spartizione delle ben più cospicue Save e Autostrade (Serenissima Venezia-Padova, Autovie Venete e A4 Holding SpA). Queste ultime nel frattempo erano tra l'altro state liquidate dal Comune di Venezia che così eviterà di trasferire a Cavallino-Treporti il 6,82% del realizzo che ammonta a dieci milioni di euro in un momento in cui le casse di Ca’ Farsetti non potrebbero sostenere l'esborso.

«Nella delibera della Provincia era scritto a chiare lettere che il nostro Comune aveva diritto al 6,82% di tutto il patrimonio netto del Comune di Venezia, comprese quote azionarie delle società e avanzo di amministrazione dell'ultimo anno prima della divisione. Dopo 15 anni ci è stato trasferito finora solo l'avanzo di amministrazione del 1998. La Corte Costituzionale aveva già chiarito con una sentenza che il territorio che si stacca ha diritto a portare con sé una parte di patrimonio. La quota del 6,82% non è mai stata messa in discussione in cinque sentenze del Consiglio di Stato, e anche in quest'ultima sentenza al punto 8 si afferma che non è in discussione. Sulla questione della divisione della società», continua Orazio, «siamo passati in 13 anni da una delibera provinciale che affermava che ci spettava il 6,82% di tutte le società dell'allora Comune di Venezia a quest'ultima interpretazione del Consiglio di Stato. Troviamo bizzarra la motivazione che Cavallino-Treporti non possa avere il 6,82% di alcune società in cui Venezia detiene il 100% perché questo sconvolgerebbe l'assetto societario. Alla luce di questo ragionamento non capisco come facciano a funzionare società come Veritas dove sono soci tutti i Comuni della Provincia».

Francesco Macaluso

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