«Causa all’Eni se non rispetta i patti»

Zaia incontra i lavoratori in sciopero contro le chiusure annunciate degli impianti. Bettin : «La riconversione ora rischia»
Di Gianni Favarato
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. 28.07.14.- MAFIFESTAZIONE DEI CHIMICI FINO A PALAZZO BALBI.
INTERPRESS/GF.TAGLIAPIETRA. 28.07.14.- MAFIFESTAZIONE DEI CHIMICI FINO A PALAZZO BALBI.

Tuoni e fulmini, con tanto di annuncio dell’invio di una lettera al premier Matteo Renzi e la minaccia di una causa legale per «il mancato rispetto degli accordi sottoscritti con noi». Il governatore del Veneto, Luca Zaia – che da giorni veniva accusato da sindacati e molti consiglieri regionali «di pensare troppo all’emergenza profughi e per niente a quella dei dipendenti di Eni che rischiano il posto di lavoro», ha deciso ieri di incontrare i lavoratori della raffineria e del cracking dell’etilene di Porto Marghera, di proprietà dell’Eni, che stavano presidiando palazzo Balbi e non ha voluto essere da meno del suo collega Crocetta, governatore della Sicilia, che già dieci giorni fa ha dichiarato “guerra” all’Eni, insieme ai lavoratori, per la minacciata chiusura della raffineria di Gela. Anche per Porto Marghera il nuovo amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, stracciando tutti gli accordi che aveva firmato il suo predecessore Paolo Scaroni a Venezia, che prevedono investimenti (oltre 300 milioni di euro in tutto) per la bioraffineria già riconvertita e un nuovo impianto di chimica verde integrato a quello esistente del cracking.

«L’accordo sottoscritto con Eni dalla Regione e dalle istituzioni veneziane non può in alcun modo essere disatteso – ha detto ieri Zaia dopo l’incontro avuto, insieme all’assessore Elena Donazzan, con la delegazione di lavoratori e sindacalisti dei chimici di Cgil, Cisl, Uil che protestava sotto palazzo Balbi –. Oggi stesso scriverò a Renzi perché abbia chiaro il nostro punto di vista. Siamo anche pronti ad impugnare sul piano legale quella intesa in caso di inadempienza». Del resto Zaia, insieme all’allora sindaco Orsoni, all’ex ministro Clini (poi inquisito) e all’ex ad di Eni, Paolo Saroni (sostituito da Claudio Descalzi) che appena nominato ha annunciato la chiusura di raffinerie e impianti chimici con i bilanci in rosso, per concentrarsi su ricerca ed estrazione di petrolio e gas.

Soddisfatti i lavoratori che chiedevano un incontro con Zaia che, un mese fa, ha assunto tutte le deleghe su Porto Marghera, bonifiche e riconversione industriale che aveva l’ex assessore, Renato Chisso, ancora in carcere per la Tangentopoli del Mose. «Finalmente – ha dichiarato Riccardo Colletti dei chimici Cgil « Zaia si è convinto del danno industriale e sociale che la chiusura degli impianti di Eni creerebbe nel nostro territorio». «La determinazione nelle parole del governatore ci fanno ben sperare» ha aggiunto Massimo Meneghetti, dei chimici della Cisl «se però, non troveremo riscontri al sostegno fornitoci oggi siamo pronti a intensificare le proteste». E Cristian Tito dei chimici della Uil ha aggiunto: «ora che Zaia si è espresso, ci aspettiamo che Eni cambi atteggiamento e applichi gli accordi firmati». Oggi con i lavoratori dell’Eni di tutta Italia che protestano a Roma ci saranno anche lavoratori veneziani.

E domani l’assessore Donazzan sarà a Roma, al ministero dello Sviluppo, dove è previsto un incontro tra Eni e sindacati. Intanto, l’ex assessore comunale all’Ambiente, Gianfranco Bettin, in una sua nota accusa Eni di aver «tradito tutti gli impegni assunti di fronte alla città, la prospettiva green e bio, la forte innovazione tecnologica, che avrebbero coinvolto raffineria e polo chimico e che si giovava della svolta impressa dagli enti locali, in particolare del Comune, su un piano di rilancio e di trasformazione sostenibile dei Porto Marghera». «Il voltafaccia della nuova dirigenza Eni » conclude Bettin «riporta indietro la storia e acuisce una crisi che, al contrario, si potrebbe incominciare a superare. Governo e parlamento, visto che Eni è controllata dallo Stato intervenire, tanto più oggi, nel vuoto istituzionale locale esistente». Anche il senatore dell’Udc, Antonio De Poli, in una nota si schiera con i lavoratori e chiede al governo di «fare chiarezza». L’Eni di Descalzi, invece, continua a non chiarire i piani per Porto Marghera; tranne Versalis spa (la controllata che gestisce il cracking) che in una nota ieri ha confermato l’investimento per un nuovo impianti di oli lubrificanti vegetali da realizzare con l’americana Elevance, a Porto Marghera.

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