Catturato il ladro che era evaso
MIRANO. Ion Trofin, 28 anni, si è ritrovato le manette ai polsi dopo l’evasione dalla caserma dei carabinieri di Mirano dove si trovata in seguito al fermo da parte dei militari che lo avevano sorpreso con un furgone carico di condizionatori, rubato a Fossalta di Piave. A catturarlo nuovamente i carabinieri che lo hanno bloccato al Lido di Venezia. La storia inizia lunedì notte quando una pattuglia dei carabinieri di Mirano, durante un normale controllo del territorio, vedono nei pressi di una lavanderia un uomo che con fare sospetto si allontana dal negozio con un borsone. Il tempo di intervenire per controllare e l’uomo è inghiottito dal buio. I militari notano una finestra spalancata con le inferriate staccate. La pattuglia si mette a caccia dell’uomo con il borsone e lo intercettano poco dopo a bordo di un furgone. L’uomo non riesce a scappare, da un controllo, i carabinieri scoprono che l’automezzo carico di condizionatori d’aria è stato rubato alcuni giorni prima a Fossalta Di Piave. Nel borsone aveva diversi attrezzi usati per forzare porte e finestre.
Portato in caserma l’uomo viene identificato. Si tratta di Ion Troin, 28 anni, moldavo residente a Mestre. Alla fine viene sottoposto a fermo di pg per ricettazione. I militari hanno l’obbligo di trattenerlo in caserma fino alla convalida del processo. La caserma di Mirano, però, non ha la cella di sicurezza. Quindi lo straniero ammanettato viene messo in una stanza dove si addormenta. Quando si sveglia si rende conto che la sorveglianza della stanza non è molto stretta. Del resto i militari presenti in quel momento sono impegnati in mille cose. Lo straniero coglie la palla al balzo e in un attimo è fuori dalla caserma. Quando il piantone si accorge e dà l’allarme lo straniero è già libero. Scattato l’allarme delle indagini per catturarlo se ne occupano i carabinieri del Nucleo Investigativo. I carabinieri mettono sotto controllo alcuni cellulari di connazionali dell’uomo. Altri vengono sentiti direttamente dai militari che alla fine ottengono il numero di telefono giusto da intercettare. È quello di un suo amico e connazionale che lo ospita la notte dopo l’evasione. Dalle intercettazioni si capisce che lo straniero in fuga ha cercato aiuto dalla madre che fa la badante al Lido. Questa si mette d’accordo con l’amico per lasciare una busta con il passaporto del figlio e 8mila euro in un bar dell’isola. Ma quando l’evaso arriva a prendere i documenti trova i carabinieri che lo arrestano.
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