Cattivo investimento. Banca condannata a risarcire i clienti

Due fratelli avevano perso 200 mila euro dopo che i funzionari dell'istituto di credito li avevano convinti ad acquistare obbligazioni Cirio

CHIOGGIA. E fu così che la banca, cattiva consulente, venne condannata a risarcire il danno. L'evento, perché di questo si tratta, è la conseguenza di una sentenza del Tribunale di Venezia che, nei giorni scorsi, ha accolto la domanda di due fratelli di Chioggia, G.B.B. ed E.B.B., difesi dall'avvocato padovano Franco Portento, contro una banca nazionale che è stata condannata a risarcire i danni causati dalla cattiva consulenza che la banca aveva loro dato. Il caso: i due fratelli, nel 2002, comunicavano alla Popolare la volontà di ritirare una somma cospicua dal loro patrimonio, circa 300mila euro, per impiegarli nella costruzione di alcuni immobili da rivendere.
In risposta la banca proponeva loro di lasciare i soldi in banca ed utilizzare, in alternativa, un prestito della banca stessa per finanziare la costruzione degli immobili.
"Nello specifico - spiega l'avvocato Portento - la banca suggeriva di investire i soldi dei fratelli in titoli che la banca stessa proponeva e che, nelle affermazioni dei funzionari dell'istituto di credito, avrebbero pagato cedole abbastanza alte da coprire i costi del prestito che la banca avrebbe loro concesso".
Le cose però andarono diversamente: i titoli consigliati dalla banca, obbligazioni Cirio, riuscirono a far maturare una sola cedola per poi precipitare in default. Risultato: i due fratelli, nonostante una perdita di qualcosa come 200mila euro, vennero "invitati" dalla banca a rimborsare il prestito.
Da qui la causa sfociata nella decisione del Tribunale di Venezia che ha accolto la domanda di risarcimento dei due fratelli affermando la responsabilità della banca sia per non aver fornito adeguate informazioni ai clienti prima di concludere l'operazione, sia per aver concluso un'operazione non adeguata alle esigenze dei clienti, sia infine per aver agito in conflitto di interessi avendo venduto ai clienti titoli di una società, la Cirio, di cui la banca era creditrice.
"La difesa della banca - continua l'avv. Portento- aveva enfatizzato il profilo di rischio dei due fratelli, presentati come due ricchi speculatori esperti che non avevano bisogno di ricevere particolari informazioni, tanto più che, sempre secondo la difesa della banca, l'operazione di finanziamento contro garanzia di titoli sarebbe stata del tutto adeguata al loro profilo. Il Tribunale, invece, sulla base delle testimonanze, ha accolto la tesi dei due fratelli ed ha condannato la banca, colpevole di aver illustrato loro solo gli aspetti “lusinghieri” dei titoli (gli alti rendimenti) mentre nulla aveva comunicato in quanto ai rischi". Insomma una "cattiva consulenza" giustamente sanzionata dal Tribunale.
 

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