Cast per 120 cittadini: M9 cerca comparse per un maxi ritratto

Per mostrare l’Italia di oggi saranno selezionati residenti  di Mestre e dell’area metropolitana da zero a cent’anni

MESTRE. Chiamata per 120 cittadini di Mestre e della città metropolitana per diventare protagonisti di una delle installazioni multimediali del museo M9, in via di realizzazione tra via Poerio e via Brenta Vecchia. Otto sono le sezioni del percorso che racconterà il Novecento italiano. Al primo piano del palazzo del museo troveremo economia, società, consumi e stili di vita, scienze tecnologiche. Al secondo piano le sezioni su città e paesaggio, politica, identità, cultura e media. La sezione dedicata alla trasformazioni demografica della popolazione italiana ospiterà delle grandi foto: tre grandi ritratti di gruppo che con una installazione immersiva e digitale racconteranno i cambiamenti della popolazione. Per la foto di gruppo che racconterà l’Italia del 2011, M9 annuncia di voler coinvolgere i cittadini di Mestre e dell’area metropolitana: «Saranno gli abitanti, da zero a cent’anni, a prestare il loro volto ai personaggi, individuati come rappresentativi dai curatori scientifici del polo museale, per interpretare 120 italiani tipo».

La chiamata di gruppo per i ritratti è l’ultima idea di Polymnia, società della Fondazione di Venezia, per coinvolgere la cittadinanza nella nascita del museo M9. I ritratti saranno realizzati dal 28 febbraio al 9 marzo, in via Torino a Mestre.

Per partecipare occorre inviare entro il 20 gennaio i dati personali (nome, cognome, età, altezza, professione e telefono di riferimento) alla mail: castingM9@polymniavenezia.it.

Un modo per coinvolgere i mestrini e mettere a tacere la polemica sulla aggiunta alla sigla, che sta per Mestre Novecento, di Venezia sui social network. All’ondata di dissenso iniziale , Polymnia ha risposto trasformando il nome del distretto museale sui social semplicemente in M9. Scelta fatta di concerto con l’amministrazione comunale. E la protesta annunciata per oggi da “Mestre Mia” non ci sarà. Mercoledì si è tenuta una affollata assemblea, presenti anche storici come Sergio Barizza e Roberto Stevanato, il presidente municipale Vincenzo Conte e l’ex assessore Gianfranco Vecchiato con l’ambientalista Michele Boato che ha deciso di organizzare una pubblica conferenza stampa sul progetto M9 che dovrebbe tenersi sabato prossimo 13 gennaio. «Hanno scelto di chiamarlo solo M9. Dire che siamo contenti è una parola grossa perché temiamo che la vicenda del cambio nome sottenda ad un disinteresse a Mestre rispetto al progetto originario che aveva in Mestre la sua centralità», spiega Andrea Sperandio di “Mestre mia”.

Il museo M9 deve ancora svelarsi nei dettagli per quanto riguarda i contenuti. E la chiamata cittadina per la foto di gruppo ne è un esempio. Perché i cittadini chiamati a rappresentare il 2011 faranno parte di un trittico di foto che con la tecnologia ci racconteranno i cambiamenti sociali. La popolazione censita nel 1901 sarà messa a raffronto con quelle del 1961 e del 2011 con informazioni su età, generi, gruppi familiari, distribuzione regionale e professioni. Un’animazione porterà in primo piano ciascun gruppo familiare e un membro “parlerà” virtualmente al pubblico. Tutto il museo sarà tecnologico, con pochi oggetti e tanti effetti “wow”. Visori “Oculus” per muoversi all’interno di una cucina degli anni Venti o degli anni Sessanta. Tavolo touch screen per imparare toccando . I video d’epoca, modificati con il 3D e la realtà immersiva, che possono portare lo spettatore tra il pubblico di piazza Venezia durante un comizio di Mussolini oppure ad indossare i panni di operai o soldati dei primi del Novecento. E si potrà, virtualmente, ascoltare personaggi della stessa età del nostro bisnonno o trisavolo. Si annuserà l’odore delle fabbriche e il rumore degli altoforni industriali.

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