Casson vuole chiudere Sst «Tuteleremo i lavoratori»

Chioggia. Tensione ieri nel Consiglio straordinario voluto dal Pd sulla partecipata Pizzo (Pd): «La società è in pareggio». Il sindaco: «Serve ma non è indispensabile»
Di Elisabetta B. Anzoletti
SALMASO - MINISTRO MAURO IN FIERA. giuseppe casson
SALMASO - MINISTRO MAURO IN FIERA. giuseppe casson

CHIOGGIA. Mantenimento dei servizi in altre forme e tutele per i lavoratori. Queste le assicurazioni che ha dato ieri in Consiglio il sindaco Giuseppe Casson confermando però l’intenzione di proseguire per gradi fino alla chiusura di Sst, la Società servizi comunale.

Scelta contestata fortemente dal Pd che ha richiesto il Consiglio straordinario di ieri per discutere del futuro di Sst e della Ztl su cui ritiene che l’amministrazione stia temporeggiando. Tre ore di discussione sulla società partecipata in cui le parti hanno ribadito posizioni ormai note. «La nostra gestione della società è stata efficiente», sostiene il consigliere del Pd, Roberto Pizzo, «i famosi 600.000 di debito che sono stati ripianati mesi fa dipendevano da buchi fatti in precedenza perché il bilancio 2014 era in pareggio. Sst è stata ingrassata, anche con un aumento del personale da 17 a 27 unità, sotto la gestione di Romano Tiozzo. Non si capisce quindi quali siano le motivazioni per chiuderla ora». L’amministratore unico di Sst, Guerino Boscolo Cocuccia, a cui il sindaco aveva chiesto di fare un passo indietro, ha confermato di rimanere al suo posto.

«Credo di aver gestito la società in modo egregio», spiega Cocuccia, «rispettando sempre le indicazioni dell’amministrazione che è titolare della maggioranza delle azioni (70% Comune, 30% Veritas ndr). Di illuminazione e riscaldamento dobbiamo pagare le bollette sui consumi e se sono superiori ai preventivi iniziali è chiaro che servono altri soldi».

Alcuni consiglieri hanno chiesto a Cocuccia dei dati sulla società, ma non li aveva a disposizione durante la seduta. «Non si capisce allora a cosa serva un Consiglio straordinario su questo», ironizza Gianfranco Scarpa (Sel), «si poteva fare una commissione. C’è solo da festeggiare se Sst chiude, lo chiediamo da anni». «Non ho messo in liquidazione la società», precisa il sindaco, «ho iniziato un percorso, che per gradi, porterà alla chiusura e alla gestione dei servizi in altre forme, per mano diretta del Comune o per mezzo di terzi. I lavoratori non saranno lasciati a casa, ma reimpiegati in forme che stiamo valutando. Sto seguendo le disposizioni del Piano Cottarelli e della Legge di stabilità 2015 che impongono ai comuni un piano di razionalizzazione delle partecipate non più indispensabili. Sst è utile ma non indispensabile».

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