Casson tira dritto: «Non mi dimetto»
CHIOGGIA. Le opposizioni invocano le dimissioni, gli alleati spingono per una ricalibratura della giunta, ma il sindaco Giuseppe Casson tira dritto e minimizza qualsiasi problema interno. L’onda d’urto delle elezioni politiche non sembra scalfire la sicurezza di Casson che richiama tutti, suoi compresi, al senso di responsabilità per continuare nell’attività amministrativa. Di sicuro all’orizzonte c’è solo la sostituzione dell’assessore alla cultura Pierluca Donin, dimessosi a inizio mese, per il resto il sindaco non vuol sbilanciarsi parlando genericamente di confronto nella maggioranza e di scelte da prendere a livello collegiale. Di carne al fuoco ce n’è, ma Casson simula bene una certa tranquillità. Su un fronte Pdl, Lega e M5S chiedono le dimissioni di Casson davanti a un risultato elettorale che non premia i partiti attualmente alla guida della città (Pd-Udc). «Non ha alcun senso», sbotta Casson, «paragonare i dati delle politiche a quelli delle amministrative, è come mescolare le mele alle pere. Questo voto nulla aveva a che fare con le vicende locali, ma se anche volessimo azzardare un paragone, che non regge comunque, non è stata una débâcle perché sommando i voti di Pd, Udc e civica di Monti, a cui ha aderito la mia civica, siamo al 26-27%, non distanti dal 31% che ha preso la mia coalizione al primo turno. Quindi la smettano di azzardare assurde ipotesi e guardino in casa loro dato che, se compariamo i voti di Pdl e Lega con quelli delle regionali, c’è da riflettere». L’altro fronte è tutto interno. Pd e Psi nelle scorse settimane hanno reclamato un’inversione di rotta della giunta, una rivisitazione delle deleghe e un cambio di marcia per dare più risposte. Concetti che il Pd ha ribadito anche ieri. «Anche in città», rileva il segretario dei Democratici, Elso Resler, «c’è sicuramente un malessere che va intercettato e incanalato nella giusta direzione. Non a caso in tempi non sospetti abbiamo chiesto una verifica di maggioranza per meglio calibrare l’azione amministrativa e ridefinire le priorità di intervento». Casson comunque minimizza. «Con la maggioranza il dialogo c’è sempre stato», spiega, «e le scelte, anche difficili, sono state assunte di comune accordo. Ovvio che chi ha preso poco più dello zero alle amministrative (il riferimento è al Psi, ndr) può parlare fino ad un certo punto. Continueremo il confronto con serenità, ma richiamo tutti al senso di responsabilità. Sto valutando la nomina del nuovo assessore alla cultura e la richiesta delle categorie di un assessore al turismo».
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