Casson riempie il Rossini con il suo "Programma per Venezia"

Felice Casson al Rossini
Felice Casson al Rossini

VENEZIA.  Cultura diffusa, città a misura di bambino. Governo dei flussi turistici e riorganizzazione del Comune, che fino ad oggi "non ha funzionato bene per colpa della politica". Cinema Rossini strapieno per ascoltare il programma per Venezia del candidato alle primarie del centrosinistra  Felice Casson.

Pubblico vario, con artigiani, imprenditori, esponenti della cultura e delle associazioni, il libraio indipendente Giovanni Pelizzato.  "Venezia è una repubblica fondata sulla bellezza e sul lavoro", attacca il senatore. Annuncia  cambiamenti nell'organizzazione del turismo, impegno per la sicurezza e la legalità. "La delega dei vigili urbani la terrò io, chi spera di tornare a fare il capo della Polizia municipale se lo può scordare".

"Il Lido è l'esempio di cosa è stato fatto male, dal buco del palazzo del Cinema all'abbandono dell'ospedale al Mare". Attacca il Consorzio Venezia Nuova: "Un regime di monopolio  legalizzato che versava finanziamenti  a pioggia a fondazioni, associazioni, enti e gruppi di pressione. Che fine hanno fatto tutti questi  soldi che lo Stato ha dato alla città?".

 Cita Marthin Luther King ("Soffro più per l'indifferenza che per la repressione") e Einstein ("Il mondo è pericoloso non a causa di coloro che compiono azioni malvagie, ma per quelli che osservano senza fare niente"). Risponde a distanza al suo avversario Nicola Pellicani, che lo ha accusato di essere "vecchio e non volere il dialogo": "La risposta è nell'assemblea di stamattina". Alla fine strette di mano e autografi. E la vendita del libro su Marghera "La fabbrica dei veleni". "Questo è il nostro autofinanziamento", dice

 Appuntamento al 13 marzo al Candiani per la presentazione del progetto su Mestre.

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