Casson contesta l’omissione d’intervento

Dopo il no alla commissione comunale di indagine, la interpellanza del consigliere: aree contaminate, c’è l’obbligo di prevenire rischi ambientali e sanitari
Interpress/Gf Tagliapietra. 01.06.2015.- Elezioni amministrative 2015. Felice Casson
Interpress/Gf Tagliapietra. 01.06.2015.- Elezioni amministrative 2015. Felice Casson

MESTRE. Il consigliere comunale ed ex senatore e pubblico ministero, Felice Casson, non si ferma davanti al no della maggioranza “fucsia” sulla questione dei Pili e presenta un’interrogazione a risposta scritta, sfidando Luigi Brugnaro a rispondere sulla «omissione dell’obbligo di prevenire i rischi ambientali e sanitari» derivanti dallo stato di contaminazione dell’area su cui il sindaco propone di costruire il Palasport per la sua Reyer. Al di là del conflitto di interessi del sindaco Brugnaro – che è anche il proprietario dell’area da 12 anni, attraverso la società “Porta di Venezia” – secondo Casson ci sono i «rischi sanitari e ambientali derivanti dalla situazione di contaminazione nel sito causata dai rifiuti industriali (fosfogessi) della produzione di acido fosforico». «L’Amministrazione Comunale ha l’obbligo giuridico di verificare il rispetto di quanto scritto dal ministero dell’Ambiente» ricorda Casson nell’interrogazione «trattandosi di area rientrante nell’ambito del territorio comunale, che potrebbe determinare i rischi sanitari e ambientali ricordati dal ministero dell’Ambiente anche nella lettera inviata alla società Porta di Venezia il 24 febbraio dell’anno scorso».

Nella lettera si ribadisce, esplicitamente, che «a prescindere dall’accertamento di eventuali responsabilità in relazione alla situazione di contaminazione presente nell’area, a carico del proprietario o del gestore della stessa area come previsto dal Codice ambientale, resta l’obbligo di adottare le misure di prevenzione per contrastare un evento in atto o un’omissione che ha creato una minaccia imminente per la salute o per l’ambiente, intesa come un rischio sufficiente probabile che si verifichi con un danno sotto il profilo sanitario o ambientale in un prossimo futuro, al fine di impedire o minimizzare il realizzarsi di tale minaccia». Casson ricorda, inoltre, che nella stessa lettera il ministero ribadisce, per l’ennesima volta, «la necessità di individuare, sulla base di un’apposita “analisi di rischio in modalità diretta”, i rischi sanitari e ambientali “derivanti dalla situazione di contaminazione presente nel sito dei Pili». Una contaminazione che si trascina da anni a causa dei ricorsi al Tar della società Porta di Venezia – come conferma la lettera citata da Casson – chiarisce che «il richiamo alla transazione ambientale Montedison del 2001, maturata durante il processo dibattimentale “Petrolchimico” di Porto-Marghera» non prevedeva nessun intervento nll’area dei Pili, e pertanto demanda al proprietari dell’area l’onere di metterla in sicurezza a sue spese. «Pertanto – conclude il consigliere Casson – si chiede al signor sindaco di sapere se sia a conoscenza delle circostanze suindicate; quale sia l’intenzione dell’amministrazione comunale e che cosa comunque intenda fare in ordine ai segnalati rischi sanitari e ambientali».


 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia