Casson a Ferro: «Vada in Procura e ridia dignità al ruolo di sindaco»
Chioggia. Dopo la richiesta dei Pm di proroga delle indagini sul primo cittadino per abuso d’ufficio il suo predecessore rompe il silenzio: «Resto garantista ma la vicenda “Ultima Spiaggia” va chiarita»
CHIOGGIA. Dopo il giorno della trasparenza, il giorno del silenzio. Ieri gli esponenti della giunta pentastellata di Chioggia non hanno voluto aggiungere nulla di più a quanto già detto martedì, lasciando, quindi, aperti tutti gli interrogativi che l’indagine, per presunto abuso d’ufficio, a carico del sindaco, Alessandro Ferro, ha suscitato in città.
La prima domanda che gira nei corridoi del palazzo, è se vi siano altri indagati, oltre a Ferro, il quale aveva affermato di non esserne a conoscenza. Del resto se lui stesso l’ha saputo solo perché un magistrato («Non so chi, non ricordo il nome, una donna») ha chiesto la proroga delle indagini, è possibile che altri abbiano ricevuto analoga comunicazione ma non l’abbiano reso noto. Ferro comunque non sembra aver fatto nulla per saperlo.
«Non ho incaricato un legale per questa vicenda, non ci ho pensato» aveva detto. Il silenzio di ieri potrebbe voler essere, quindi, una riproposizione di quella fiducia nella magistratura già espresse su Facebook, lunedì sera, quando Ferro aveva reso pubblica la vicenda che lo riguardava.
In realtà, però, la questione è anche politica e riguarda tutta l’amministrazione, tanto che il gruppo Cinquestelle si è riunito martedì. E la decisione deve essere stata il silenzio, visto che nessuno, in maggioranza, commenta la notizia, neppure per ribadire appoggio e sostegno a Ferro. Un ruolo, in questo atteggiamento, potrebbe averlo proprio l’indefinitezza della questione: si sa il reato, ma non si sanno i fatti.
Tutti pensano all’Ultima spiaggia, ma se non fosse così significherebbe che c’è un’altra tegola sospesa sulla giunta grillina. Meglio allora che sia una cosa nota, dalla quale Ferro si è già difeso.
L’opposizione, soprattutto i consiglieri che avevano presentato l’esposto, resta anch’essa prudente. «Se il magistrato ha chiesto la proroga delle indagini», dice Marco Dolfin, «vuol dire che i fatti segnalati non erano così campati in aria. Ma noi non abbiamo accusato nessuno, abbiamo solo evidenziato delle circostanze e chiesto alla Procura di fare le sue valutazioni».
L’affondo, però, arriva dall’ex sindaco Giuseppe Casson: «A Ferro viene contestato di aver usato il proprio ruolo di sindaco per gestire situazioni di carattere privato. Io, da garantista convinto, dico che Ferro è innocente fino a sentenza definitiva ma aggiungo che non è accettabile che l’esercizio della sua attività amministrativa venga “sporcato” da un tale sospetto. Chiarisca, quindi, al più presto la propria posizione davanti al Pm, in modo da fugare ogni dubbio e restituire piena dignità al ruolo che ricopre».
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