Cassazione, sentenza definitiva L’Iva sulla Tia va rimborsata

Respinto il ricorso presentato da Veritas contro il pronunciamento di un giudice di pace e del Tribunale di Venezia. L’azienda dovrà restituire 6-7 milioni: «Lo faremo appena avremo indicazioni dall’Erario»
Di Giorgio Cecchetti
Un utente controlla una bolletta del gas, in una foto di archivio. ''Per trasferire sollecitamente ai consumatori i primi benefici emergenti dalle nuove dinamiche del mercato internazionale, opereremo un contenimento dei prezzi al consumo (del gas, ndr) a partire dal primo ottobre prossimo, prima dei maggiori consumi invernali delle famiglie'': ha annunciato il presidente dell'Autorita per l'energia Alessandro Ortis nella sua ultima relazione annuale al Parlamento..ANSA/FOLCO LANCIA/GID
Un utente controlla una bolletta del gas, in una foto di archivio. ''Per trasferire sollecitamente ai consumatori i primi benefici emergenti dalle nuove dinamiche del mercato internazionale, opereremo un contenimento dei prezzi al consumo (del gas, ndr) a partire dal primo ottobre prossimo, prima dei maggiori consumi invernali delle famiglie'': ha annunciato il presidente dell'Autorita per l'energia Alessandro Ortis nella sua ultima relazione annuale al Parlamento..ANSA/FOLCO LANCIA/GID

Le sezioni unite della Corte di cassazione con la loro sentenza pubblicata ieri hanno messo la parola fine al fuoco di sbarramento di cause avviate da Veritas contro gli utenti per non dover rimborsare l’Iva sulla Tia (Tariffa igiene ambientale).

I giudici romani hanno infatti respinto definitivamente il ricorso presentato dagli avvocati dell’azienda che raccoglie i rifiuti in laguna e nei comuni limitrofi, azienda che comunque già dal 2012 non applicava l’Iva, proprio grazie alle prime sentenze. C’è però la questione degli arretrati dal 2006 e, ad esempio, il veneziano Gino Boscolo, che ha intentato la causa con l’avvocato Enrico Cornelio dovrà vedersi restituire 67,36 euro di Iva che ha pagato. Certamente non una grande cifra, ma che moltiplicata per tutte le famiglie che l’hanno versata (il rimborso non è dovuto alle attività economiche che hanno potuto detrarla) formano la cifra di un miliardo in tutta Italia e di sei-sette milioni per Veritas a Venezia e dintorni.

L’avvocato Cornelio per conto di Gino Boscolo, già nel settembre 2009, aveva vinto davanti al giudice di pace di Venezia, che gli aveva dato ragione. Una sentenza confermata dal Tribunale lagunare due anni fa, ma l’azienda lagunare non si era fermata e aveva presentato ricorso alla Corte di cassazione, chiedendo che ad occuparsene fossero le Sezioni unite in quanto esisteva un contrasto tra le decisioni prese dalle sezioni civili, in particolare la prima e la quinta. La sentenza pubblicata ieri pone, quindi, la parola fine sulle diatribe e conferma che «la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solida urbani non è assoggettabile ad Iva in quanto essa ha natura tributaria, mentre l’imposta sul valor aggiunto mira a colpire una qualche capacità contributiva che si manifesta quando si acquisiscono beni o servizi versando un corrispettivo».

Al signor Boscolo, quindi, Veritas dovrà restituire 67,36 euro, ma non a tutti toccherà una cifra simile, infatti c’è chi ha pagato meno e chi di più sulla base delle cifre versate in bolletta. L’azienda veneziana, come tutte quelle delle altre città, dovrà prima di tutto fare i conti e poi stabilire come effettuare i rimborsi. Per ora, con un comunicato Veritas fa sapere che «il rimborso agli utenti domestici dell’Iva sarà effettuato non appena arriveranno indicazioni dettagliate dall’Erario, senza bisogno di cause o contenziosi». E l’azienda comunale ancora scrive: «Ad esempio, se l’Agenzia delle entrate approverà l’eventuale rimborso delle somme dovute ai cittadini potrà aver luogo accreditato l’importo nelle bollette a venire».

L’avvocato Cornelio, legale dell’utente che ha vinto la sua battaglia, ricorda anche che il giudice di pace di Venezia recentemente ha applicato le sanzioni per lite temeraria alle opposizione presentate da Veritas a decreto ingiuntivo.

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