Casoni, rigettati tutti i 26 ricorsi

La vicenda di Caorle. Il Tribunale del Riesame ribadisce la proprietà demaniale e gli avvocati vanno in Cassazione
MORSEGO FGAVAGNIN CAORLE DEMOLIZIONE CASONI A FALCONERA
MORSEGO FGAVAGNIN CAORLE DEMOLIZIONE CASONI A FALCONERA

CAORLE. Il Tribunale del riesame di Venezia ha rigettato i ricorsi presentati dagli avvocati di 26 proprietari di altrettanti casoni in zona Falconera. I giudici veneziani presieduti da Angelo Risi hanno ribadito che i casoni appartengono al Demanio. A ricorrere erano stati Giorgio Vianello, Antonio Savian, Antonio Pacini, Paolo Marchesan, Aldo Lucchetto, Alcide Griguol, Diego Gnan, Silvano Gleran, Paolo Gaffarello, Guido Doretto, Tarsilio Corazza, Franco Lingarotto, Antonio Celeghin, Ennio Carli, Alessandro Bozza, Dino Bergamo, Vittorio Benatelli, Mario Valeri, Angelo Valeri, Mauro Marcon, Antonio Ferro, Carlo Falconera, Giorgio Soncin, Armando Soncin, Ivano Bincoletto e Antonio Masanello.

Il sequestro era scattato da parte del pubblico ministero Giorgio Gava assieme ad un procedimento penale per occupazione abusiva di aree demaniali. Per il giudice, che aveva assolto i cinquanta imputati quelle aree sono effettivamente demaniali e dunque aveva confermato il sequestro, ma ritenendo che gli accusati non avessero coscienza di questo fatto aveva assolto tutti. Tutti sono ancora convinti di essere i legittimi proprietari e molti di loro hanno infatti presentato ricorso in Corte d’appello contro il sequestro, ma i giudici di secondo grado hanno spiegato da un lato che il giudice di primo grado aveva ragione dall’altro che non toccava loro decidere sulla questione del sequestro, così si è arrivati all’udienza di ieri davanti al Tribunale del riesame. «La decisione di ieri non è quella definitiva», spiega uno dei difensori, l’avvocato Giulia Turchetto, «rimangono aperte le probabilità di ricorrere sia in Corte di cassazione sia davanti al giudice civile al fine di stabilire che si tratta di aree private e non certo demaniali».

I casoni, comunque, sono nel frattempo ancora nelle mani dei proprietari, i quali continuano ad utilizzarli, visto che nessun organo dello Stato, a cominciare dal Demanio, li ha presi in carico. Gli uomini del Corpo forestale dello Stato, a cominciare dal 2007, non si erano limitati a denunciare i proprietari per occupazione abusiva delle aree demaniali, ma avevano anche costretto molti ad abbattere lavori abusivi, imponendo l’abbattimento che lungo gli anni si erano aggiunte al semplice e originario modello di casone lagunare.

Sull’intera vicenda era intervenuto nel 2009 l’assessore al demanio di allora del Comune di Caorle, il quale aveva ricordato che i casoni appartengono alla tradizione della pesca di Caorle e che c’era la necessità di individuare l’organo dello Stato che deve farsene carico per poi cedere la questione alla Regione. Da allora sono passati sei anni e nulla ancora si è mosso se non la magistratura che continua a compiere il proprio lavoro.

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