Caso Zeolite, il ministero smentisce la Benckiser
MIRA. Una perizia del Ministero dello Sviluppo economico inchioda alle proprie responsabilità Reckitt Benckiser. La perizia fatta in questa settimane da tecnici arrivati a Mira, e commissionata in seguito a un incontro fra le parti che si è tenuto a Roma, è pervenuta ai sindacati. Il responso è chiaro: l’operazione di separazione delle utenze, soprattutto quella di trattamento dell’uso delle acque, è realizzabile. «Reckitt», spiega per la Filctem Cgil Davide Stoppa, «ha rifiutato la possibilità di installare contatori separati perché a suo avviso si tratterebbe di un’operazione che non è possibile portare avanti per problemi tecnici insormontabili. La perizia commissionata dal Ministero ai suoi tecnici spiega nel dettaglio però che questi ostacoli insormontabili non esistono. La separazione del trattamento delle acque è attuabile in tempi brevi. Emerge così chiaramente la volontà di Reckitt di sbarazzarsi dell’attività di Zeolite».
La vicenda in questione è quella che mesi si trascina fra Zeolite Srl e Reckitt Benckiser. Zeolite produce a Mira zeolite (un allumino silicato cristallino), polimeri (policarboxilati) e silicati solubili e si trova all’interno dell’area Benckiser. La situazione si è complicata a causa di un contenzioso sul pagamento delle bollette energetiche fra aziende, fino a costringere Zeolite a chiudere e a mettere in mobilità tutti i dipendenti, una quarantina di persone. Filctem Cgil fin da subito ha chiesto che fossero ricollocati contatori delle utenze, in modo che fossero chiari i consumi separati delle due attività, e per valutare la dimensione dei volumi per il trattamento delle acque di raffreddamento. «Reckitt basa su stime», dice Stoppa, «i conteggi che addebita a Zeolite, ma giustamente Zeolite vuol rendersi conto da sola di quanto consuma». Dopo la mediazione al Ministero, a cui hanno partecipato anche il sindaco di Mira Alvise Maniero e un funzionario della Regione, Reckitt nelle scorse settimane ha fatto sapere di accettare l’accordo, a patto che Zeolite provveda al pagamento a sette giorni delle fatture scadute nel 2014 e in una nota ha avvertito che «è impossibile controllare i contatori dell’acqua da trattare». Ora la perizia smentisce questa posizione. L’operazione costerebbe 50 mila euro.(a.ab.)
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