Caso Pampagnin rientra il corpo ecco le accuse a Zima

La polizia romena ha formalizzato il capo d’imputazione per il pugile che ha ucciso l’imprenditore di Fossò
STRA. Tornerà in Italia domani il corpo di Flaviano Pampagnin 63 anni, l’imprenditore calzaturiero di Fossò che lavorava e viveva in Romania, morto a causa di un feroce pestaggio a Timinsoara. I famigliari, l’ex moglie Marisa e i figli Filippo e Ilaria si sono recati subito nel paese dell’est per ottenere il via libera dalla magistratura romena per il trasporto della salma in Italia, e quindi a Stra.


Famiglia che ora vuole giustizia per quello che è accaduto e per questo oltre ad aver dato incarico a dei legali sia romeni che italiani per seguire tutto l’iter che la terribile vicenda dal punto di vista giudiziario comporterà.


Tutto è cominciato lo scorso 2 agosto a Timisoara a causa di un banale incidente stradale. L’auto di Pampagnin da quanto ha ricostruito la polizia rumena, in boulevard Heroes de la Tisa, è andata a toccare quella di Dorin Zima un 27enne, pugile e culturista del posto, rompendone lo specchietto. I due conducenti sono scesi dalle vetture e l’imprenditore avrebbe ammesso la colpa e invitato il giovane ad un appuntamento in un momento successivo per sistemare la questione. Poi sono risaliti ognuno a bordo del proprio veicolo. Ma purtroppo il 27 enne romeno ha perso la testa: ha inseguito Pampagnin, tagliandogli la strada per bloccarne l’auto. Poi è sceso, ha aperto la portiera dell’imprenditore e l’ha colpito con pugni violenti al volto e al torace.


L’imprenditore di Fossò ha provato a ripartire ma poco dopo ha perso i sensi a causa di un infarto e l’auto, senza più controllo, ha causato un altro incidente.


Altri automobilisti hanno allertato i soccorsi, ma per il 63 enne la situazione era ormai gravissima: è entrato subito in coma irreversibile. Davanti all’elettroencefalogramma piatto, venerdì c’è stata la decisione di dei medici romeni staccare le macchine con cui era tenuto in vita.


Per Dorin Zima, il 27 enne arrestato, autore del mortale pestaggio ora si profila l’accusa di omicidio volontario e dovrà rendere conto di quello che è successo alla giustizia romena.


Intanto la notizia della morte di Vittorio Pampagnin ha sconvolto anche tanti imprenditori della scarpa della zona. Molti nomi della Riviera del Brenta negli anni scorsi si sono trasferiti armi e bagagli in Romania e nei Balcani per fare affari aprendo nuove attività. Cordoglio alla famiglia arriva anche dal sindaco di Stra Caterina Cacciavillani: «Notizia terribile, siamo vicini alla famiglia».


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