Caso Maritan-Zaccariotto, intercettazioni e accuse

L’ex sindaco e presidente della Provincia nei guai per l’assunzione come guardiaparco del boss. Udienza rinviata al 4 dicembre
Luciano Maritan e Francesca Zaccariotto
Luciano Maritan e Francesca Zaccariotto

SAN DONÀ. A «incastrare» Francesca Zaccariotto ci sono alcune intercettazioni e il verbale d’interrogatorio di Luca Fregonese, ex braccio destro di Luciano Maritan, diventato collaboratore di giustizia. Nella prima Eugenia Candosin, la dirigente comunale finita sotto inchiesta con l’ex sindaco e il nipote del boss della mala, afferma, parlando con un collega e riferendosi alla vicenda dell’assunzione a termine di Maritan, che il sindaco l’aveva messa nei guai. Mentre in uno dei primi interrogatori reso ai pubblici ministeri veneziani Carlotta Franceschetti e Walter Ignazitto, quando i due magistrati neppure ancora si immaginavano chi sarebbe stato coinvolto in questa faccenda, il «pentito» racconta di aver visto Maritan con la divisa e il cellulare del Comune e di avergli chiesto che cosa era successo. Il complice gli aveva risposto che era stato assunto per qualche mese come guardia parco e che c’era riuscito grazie all’aiuto dell’allora sindaco Zaccariotto. Alla domanda su quella strana amicizia, Maritan, sorridendo e senza commentare, aveva abbozzato un gesto scomposto, ma considerato eloquente. Queste sono alcune delle pagine tra le decine di atti e documenti del procedimento nei confronti della presidente della Provincia, di Maritan e della dirigente Candosin di cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Ieri, sono comparsi davanti al giudice Massimo Vicinanza con i loro difensori, gli avvocati Renzo Fogliata, Annamaria Marin e Piero Barolo: si sono presentati in aula anche i tre imputati (Maritan è detenuto per una condanna a 6 anni per traffico di cocaina), che comunque non sono intervenuti. Su richiesta dell’avvocato Barolo, che ha chiesto l’acquisizione di alcuni documenti che nel fascicolo non sono presenti, il magistrato ha rinviato al 4 dicembre. I tre devono rispondere di concorso in abuso d’ufficio perché «Francesca Zaccariotto, in qualità di sindaco, previo accordo con Luciano Maritan istigava Eugenia Candosin, responsabile del personale del Comune di San Donà, ad avviare al lavoro Maritan, preferendolo ai 32 candidati che lo precedevano nella graduatoria e omettendo poi di renderla pubblica». E ancora di falso ideologico perché «Eugenia Candosin attestava il falso avviando al lavoro Luciano Maritan su istigazione del sindaco Francesca Zaccariotto». La difesa punta a dimostrare che quella era una lista di nomi dai quali scegliere chi assumere per il ruolo di guardia parco e non una graduatoria, anche se c’era un punteggio, i primi avevano 10 punti mentre Maritan ne aveva solo sette. Oltre all’udienza del 4 dicembre, il giudice ha fissato quella del 20 gennaio per la discussione. Inizialmente, i tre avvocati sembravano intenzionati a chiedere l’abbreviato, ma ieri hanno tutti avanzato dei dubbi.

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