Caso Gaiatto, boom di querele oltre 400 arrivate in Procura

Più di cento solo a settembre. Mazzicchi: «Sono convinto che saranno mille» Per i Comitati, gli investitori truffati sono più di 3 mila, il 34% ha fatto ricorso

PORTOGRUARO. Sfondato il muro delle 400 querele. Per Fabio Gaiatto e soci si sta scatenando un vero e proprio tsunami di denunce, che potrebbero avere conseguenze dirompenti, soprattutto a livello risarcitorio.

A darne notizia è uno dei referenti dei comitati di truffati sorti molto tempo prima degli arresti operati dalla magistratura di Pordenone, quando Gaiatto agiva indisturbato, brindando tra calici di prosecco e viaggiando su auto di grossa cilindrata. In attesa delle decisioni del Tribunale del Riesame, che sta vagliando i ricorsi di tutti i soggetti arrestati o destinatari di obbligo di dimora, i truffati continuano a presentarsi alla Guardia di Finanza di Portogruaro. I provvedimenti della Procura hanno fatto saltare il tappo, e come un fiume in piena si presentano anche molti legali sia alla Procura stessa che dalle Fiamme gialle. Secondo un rapido calcolo nel solo mese di settembre le querele sono state più di 100. Sono poi 200 le richieste di blocco dei beni inoltrate dai legali dei truffati. «Sono convinto», aggiunge Carlo Mazzicchi, uno di coloro che per primi hanno messo in guardia da Gaiatto e soci, «che alla fine le querele saranno più di 1.000, a fronte comunque di un numero di truffati decisamente superiore».

Gli stessi comitati, infatti, sostengono che gli investitori ingannati siano più di 3.000 e che quindi solo il 34% farà ricorso alla magistratura per ottenere giustizia. Questo significa che la gente ha paura di denunciare, per i motivi più diversi. I finanzieri di recente hanno ottenuto altre valide informazioni sugli uomini che componevano la galassia che si muoveva attorno a Gaiatto e alla moglie Najima Romani.

In più, sul fronte delle indagini, resta delicata la posizione della madre di Gaiatto che avrebbe avuto voce in capitolo negli affari che venivano perpetrati. Non sono previsti da qui ai prossimi giorni vertici tra truffati e rappresentanti legali.

La vicenda tiene con il fiato sospeso anche Slovenia e Croazia. Gaiatto per gli ammanchi aveva accusato due collaboratori che lavoravano in Istria. Una donna ha denunciato tutto alla Guardia di Finanza, collaborando attivamente alle indagini e fornendo documenti molto preziosi che costituiscono una granitica base contro gli indagati. C’è però un aspetto inquietante che ancora non è stato completamente approfondito. Dove si trova il tesoro di Fabio Gaiatto? Mancano all’appello 43 milioni di euro. La Procura è al lavoro per cercare di ricostruire il labirinto di operazioni finanziarie messe in atto da Fabio Gaiatto. —


 

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