Caso Da Villa, per ora niente rimpasto
«Rimpasto in giunta? Per ora non se ne parla. Godiamoci questo 25 aprile». Il sindaco Luigi Brugnaro spegne sul nascere la polemica intorno alle dimissioni del suo assessore al Commercio, Pubblici esercizi e Attività produttive Francesca Da Villa. Terza donna leghista in tre anni che prova a durare più di qualche mese alla testa dell’assessorato forse più delicato dell’amministrazione. Stavolta è la Lega a chiedere che il suo assessore se ne vada.
Sfiduciata dal partito dopo il suo “non voto contrario” sulla delibera che presenta ricorso al Tar contro il referendum di separazione. «Se resta al suo posto rappresenta solo se stessa», ha sentenziato il segretario provinciale del Carroccio Sergio Vallotto. Lei però non si muove. E si appella all’ultimo articolo del regolamento federale della Lega approvato due settimane fa. Prevede la sospensione di sanzioni e trasferimenti per gli iscritti fino al 21 maggio. Una “moratoria” in vista delle prossime elezioni. E prima del 21 maggio, fa notare qualcuno, il Tar potrebbe anche esprimersi sulla questione della illegittimità del quesito.
In contrasto con la legge Delrio, non si può fare, sostiene il Comune che insieme alla Città metropolitana, retta anch’essa dal sindaco Brugnaro, ha presentato ricorso al Tribunale amministrativo per vedere sospesa la delibera regionale.
«Io sono sempre stato per la Città metropolitana e contro la separazione, che non risolverebbe certo i nostri problemi», commentava ieri mattina il sindaco al termine della cerimonia in Ghetto, «non è un mistero. Rispetto chi non la pensa così, ma vado avanti». Rimpasto per il momento non all’ordine del giorno. «Oggi è il 25 aprile», sorride Brugnaro. In segreteria generale non vi è traccia di lettere di dimissioni protocollate dall’assessora Da Villa. Nè il sindaco ha intenzione di forzare. A differenza di Francesca Guzzon, assessora dimessasi nel novembre scorso in polemica con lui, Brugnaro avrebbe apprezzato in queste prime settimane il lavoro della nuova entrata. «Sono problemi della Lega, tra di loro», ripete, «non c’entra l’amministrazione». Le opposizioni attaccano. «La maggioranza perde i pezzi», dice il consigliere dem Nicola Pellicani. Duri anche Cinquestelle e Lista Casson.Ma non sembra che il siluro lanciato dalla Lega alla giunta, attraverso la sua assessora «poco obbediente» alla linea separatista possa avere effetti immediati.
Spinge da una parte l’ala dura del partito, con la consigliera Silvana Tosi, ma anche l’ex Guzzon, l’ex candidato sindaco Gian Angelo Bellati. «Brugnaro ha tradito i patti».
Ma lui replica: «Quando abbiamo fatto la campagna elettorale la legge Delrio non esisteva», dice, «adesso quel referendum potrebbe essere illegittimo».
Ma il ricorso è indirizzato contro un atto firmato dal Consiglio regionale a maggioranza leghista. Com’è possibile tenere insieme una maggioranza che la vede in modo opposto su un tema strategico del genere? «Sul resto non ci sono problemi», dice Vallotto, «la Da Villa non ha rispettato le indicazioni del partito. Se ne vada». Ieri in Piazza, leghisti e sindaco erano felicemente insieme alla manifestazione per San Marco. La Da Villa, per ora, resta al suo posto.
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