Caso Clementi, analogie con altre morti sospette

Elementi comuni tra la morte del bodybuilder di Caorle e quella di altri due culturisti. Attesa per l’esito dell’autopsia

CAORLE

Partenza sprint, ieri sera alle 19. 30, dell’autopsia sul corpo di Alberto Clementi, il culturista morto sabato. Emerso subito un dato interessante. La morte del 49enne originario di Torre di Mosto ma da sempre residente in città, presenta analogie molto evidenti con quelle di grandi campioni del body building del passato, ovvero il toscano Giancarlo Pesci, trovato morto il 21 agosto del 2019 nella sua abitazione di via Orosi a Livorno; e Daniele Pozzi, il culturista di Padova, rinvenuto senza vita il 23 settembre del 2019 all’età di 23 anni, un Hotel B&B in via Pescarotto. Il medico legale di San Michele, Antonello Cirnelli, è stato affiancato ieri sera, proprio per questi motivi, da un perito tossicologico.

Si sono riscontrate forti analogie con i due precedenti decessi, soprattutto nel merito delle sostanze rinvenute nelle abitazioni. Gli inquirenti stanno ipotizzando che, con tutte queste similitudini, le morti di Pesci, Pozzi e Clementi possano essere perfino collegate. Vista la vicinanza tra Padova e Caorle, Alberto frequentava maggiormente il campione Pozzi. L’autopsia nella cella mortuaria di via Friuli si è conclusa a tarda notte. In base a quanto scoperto questa mattina verrà analizzata la polverina rinvenuta nella disponibilità di Clementi, che gli inquirenti sospettano possa trattarsi di stupefacente. Al momento, i carabinieri della stazione di Caorle, pur scavando nella vita di Clementi, non hanno avviato alcuna indagine in merito all’acquisto o cessione di droga: prima vogliono tra le mani i risultati delle analisi di questa sostanza. Nella stanza in uso a Clementi sono stati trovati numerosi farmaci e, notizia riferita dalla Procura, anabolizzanti. I militari hanno visitato anche la sua palestra, la Valchiria Gym di via Perugia a Falconera, individuando anche qui altro materiale sotto indagine. —



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