Caso Baita, l’ex questore Damiano nuovo presidente della Mantovani
PADOVA. Rinnovato il consiglio di amministrazione di Mantovani Spa, che ha nominato presidente l’ex questore di Treviso Carmine Damiano. L’assemblea degli azionisti di Impresa di Costruzioni ing. E. Mantovani SpA., si legge in una nota, ha accettato le dimissioni dei componenti dell’organo amministrativo della società e deliberato la nomina di un nuovo Consiglio di Amministrazione che resterà in carica per un triennio, fino alla approvazione del bilancio dell’esercizio 2015. Il nuovo Cda è composto da altri tre membri, tutti amministratori delegati, oltre al presidente Damiano: Giampaolo Chiarotto, Paolo Dalla Via, e Gianfranco Zoletto.
La nomina alla presidenza della società di Damiano, «persona di comprovate capacità manageriali e gestionali, - prosegue la nota - in relazione ai pregressi incarichi e ruoli ricoperti, che ha fatto del rispetto della legalità la missione della propria vita, vuole essere una risposta chiara e univoca dell’azionista di riferimento della società per affermare che il rispetto della legge, l’etica, la trasparenza sono valori della Mantovani, i quali devono trovare espressione in tutti i rapporti con gli stakeholders della società, in particolare i dipendenti, i committenti pubblici e privati, i partners nei progetti e nelle iniziative, il mondo finanziario, gli azionisti».
La nuova composizione dell’organo amministrativo costituisce, osserva Mantovani Spa, «anche la conferma della priorità che l’azienda attribuisce ai valori di innovazione, eccellenza, modernità, i quali rappresentano i veri fattori del successo imprenditoriale e della formula competitiva di Mantovani». La nomina in Cda del vertice tecnico della società, della dell’ing. Gianfranco Zoletto, intende ribadire questi valori e queste eccellenze e garantire un impegno ancora maggiore nello sviluppo e nella realizzazione delle iniziative. La famiglia Chiarotto, pur confermando l’ampia delega e l’autonomia del management resta presente in consiglio con Giampaolo Chiarotto nel ruolo di ad. Dalla Via, dopo aver operato per anni in primarie imprese nazionali, è da oltre 20 anni in Mantovani e garantisce la continuità nella conduzione dell’area cantieristica deputata alla realizzazione delle commesse.
Tra i valori cui l’azione della società intende continuare ad ispirarsi, un rilievo particolare assume la partnership con gli altri operatori. Mantovani negli ultimi anni ha partecipato a poche gare d’ appalto, concentrate quasi esclusivamente nel settore dei lavori marittimi. È stata, invece, molto presente nel comparto del project financing, in partnership con tutte le principali imprese italiane nel settore delle costruzioni di infrastrutture. Il nuovo organo amministrativo di Mantovani, conclude la nota, intende continuare a perseguire le strategie di leadership nell’ innovazione, di partnership e di collegamento con il territorio che ne hanno fino a qui caratterizzato l’azione.
«Con l’azzeramento del vecchio Cda della Mantovani e la nomina di nuovi amministratori, è stato indubbiamente dato da parte della famiglia Chiarotto un segnale forte, univoco che non si presta ad interpretazioni». Così Carmine Damiano, il nuovo presidente della Mantovani Spa. «Personalmente - ha detto Damiano - sento il privilegio, l’ onore e la responsabilità per essere stato scelto a ricoprire un incarico di prestigio, ma anche di grande delicatezza in questo momento. Sono estremamente grato al presidente della Holding Serenissima Spa, Romeo Chiarotto, e farò di tutto ciò che è nelle mie possibilità e capacità per il bene della Mantovani e per salvaguardare tutti gli aspetti occupazionali in un territorio che ne ha estremamente bisogno».
Damiano, 64 anni, ha trascorso la sua vita professionale nella Polizia di Stato dal 1976 fino al 2012 anno in cui ha lasciato, come dirigente generale, dopo 4 anni come Questore di Treviso. Prima è stato al vertice della Digos di Padova dove ha svolto indagini sulle principali organizzazioni eversive sia di estrema destra che di estrema sinistra come «Brigate Rosse» e «Prima Linea». In particolare ha contribuito all’operazione «7 Aprile» nei confronti dei vertici di «Autonomia operaia», arrestato personalmente Toni Negri, ed ha partecipato alle indagini che portarono alla liberazione del gen. americano James Lee Dozier sequestrato dalle Brigate Rosse. Successivamente, alla direzione della squadra Mobile, sempre a Padova, è stato impegnato soprattutto nello sgominare la «Mala del Brenta», con l’arresto del boss Felice Maniero, dopo la fuga dal carcere di Padova. Per le sue attività ha ricevuto dal Ministero dell’interno 30 alti riconoscimenti ed ha sempre riscosso stima da parte dell’ autorità giudiziaria, delle organizzazioni sindacali, del mondo dell’imprenditoria e della classe politica.
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