Casinò, tre milioni di tagli in arrivo

Ieri riunione tra Bramezza e sindacati: si va verso l’accordo con i sacrifici richiesti

Tre milioni di euro da tagliare - già da quest’anno e per i prossimi tre anni - dal costo del lavoro dei dipendenti del Casinò, per riceverne altrettanti dal Comune, sotto forma di minori incassi versati a Ca’ Farsetti. È il cardine dell’accordo che azienda e sindacati dovrebbero alla fine siglare - sia pure tra distinguo e forti perplessità, come quelle dell’Usb, che ha parlato di un «convitato di pietra» assente, cioè il Comune - anche se l’incontro avvenuto ieri tra la presidente della società del gioco Ilaria Bramezza e le sigle non è stato ancora definitivo, proprio perché siano valutate in maniera approfondita le proposte dell’azienda.

I tre milioni di tagli di quest’anno dovrebbero arrivare da un milione e mezzo sui dipendenti esodati anche con la legge Fornero, più altri 500 mila di minori straordinari e il resto in arrivo da flessibilità e congelamento del Tfr, il trattamento di fine rapporto, che per i dipendenti del Casinò è legato in parte anche alle mance. Un’offerta che non è possibile rifiutare anche nel senso che - come ha chiarito ieri Bramezza - l’autonomia rispetto al Piano del Casinò è limitata perché bisogna rispettare i vincoli economici imposti dal commissario Vittorio Zappalorto. In cambio, dovrebbero partire subito gli interventi di restyling su Ca’ Noghera e Ca’ Vendramin Calergi che dovrebbero servire - nell’intenzione dell’azienda - a frenare l’emorragia degli incassi. Previsto un budget di un milione e 200 mila euro per la sede veneziana e di 8 milioni e 700 mila euro su quella di terraferma, su cui si concentreranno gli sforzi, realizzando in tempi brevi ad esempio una tensostruttura esterna con area di ristoro, ripristinando l’arena e realizzando una sala fumatori. Il piano Bramezza prevede inoltre un piano di 3 milioni e 300 mila euro, tutto sul 2015, solo per le attività di rilancio. Tanti soldi, che non si capisce come un Casinò in queste condizioni possa riuscire a tirar fuori, ma l’accordo con i sindacati sembra, a questo punto, quasi obbligato, anche se l’action plan per il rilancio è per ora pieno di titoli e di auspici, più che di azioni operative concrete per realizzare gli obiettivi che ci si pone.

«Le decisioni sulla casa da gioco - ha fatto sapere del resto ieri il commissario Zappalorto approvando il piano di razionalizzazione delle aziende partecipate - influiranno sui destini della società patrimoniale (CMV S.p.A.) per la quale si pone comunque con urgenza un intervento di risanamento finanziario per alleggerire il suo pesante indebitamento, mediante la valorizzazione e cessione di alcuni suoi immobili non funzionali alla Casa da Gioco».(e.t.)

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