Casinò, scioperi notturni contro il nuovo contratto

Il Comune è anche alle prese con riorganizzazione societaria e gestione dei beni Rate fino al 2031 per concludere l’acquisto della sede di Ca’ Vendramin Calergi
Interpress/Mazzega Venezia, 20.09.2016.- Cà Vendramin Calergi sede del Casinò di Venezia
Interpress/Mazzega Venezia, 20.09.2016.- Cà Vendramin Calergi sede del Casinò di Venezia
VENEZIA. Situazione ormai esplosiva al Casinò di Venezia nel conflitto tra dipendenti e sindacati da un lato e Comune e azienda dall’altro, con uno nuovo sciopero, stavolta non stop – limitato alle ore notturne, quelle più frequentate dalla clientela abituale – che proseguirà per tutto il mese di luglio. Lo hanno proclamato Slc Cgil, Fisascat Cisl, Ugl Terziario, Snalc Cisal, Rlc e Sgb, sempre con la motivazione degli scioperi precedenti: «Messa a repentaglio della Casa da gioco, dei posti di lavoro, dei diritti sindacali». Si sciopera da ieri e fino 31 luglio: per tutti i reparti a contatto con la clientela e i turnisti dalle ore 1, 30 alle ore 6 di ogni giorno.


Per i reparti non a contatto con la clientela e non turnisti le ultime due ore di ogni turno lavorativo di ogni giorno sempre sino a fine mese. Un’agitazione che rischia di infliggere un colpo durissimo agli incassi della casa da gioco, che ha chiuso giugno con minori incassi limitati al 2 per cento, perché il crollo degli introiti ai tavoli da gioco – anche per gli scioperi – è stato in parte compensato dall’aumento di quelli delle slot-machines. E intanto continua polemica tra l’assessore alle Aziende Michele Zuin – che conduce la partita Casinò per il Comune, che ha applicato unilateralmente il contratto – e i sindacati. «Zuin», attacca il sindacato Rlc, «dice che loro (il Comune che lui rappresenta) sono la parte imprenditoriale che ha il diritto-dovere di fare scelte autonome nella gestione del casinò; peccato che però, diversamente da un vero imprenditore, non mettono in gioco i loro personali quattrini ma quelli della collettività (e dei lavoratori dell’azienda)». E al segretario della Fisascat Cisl, Antonio Baldan che lamentava come l’assessore avesse detto no al tavolo della trattativa a tagli da circa 4 milioni di euro proposti dai lavoratori della casa da gioco, Zuin – in una dichiarazione al sito
Casinò Gioconews
–invita il sindacalista a «pensare ai clienti che se ne stanno andando in altri Casinò per gli scioperi. Nel piano industriale, che a questo punto penso non abbia letto, c’è scritto tutto su come dovrebbero arrivare i clienti». Intanto il Comune deve affrontare anche sul piano contabile i problemi legati alla riorganizzazione delle due principali società del Casinò, dopo aver deciso di «caricare» anche i beni mobili e immobili e i debiti relativi alla Casinò di Venezia Gioco, per salvare il bilancio della Cmv spa, la società patrimoniale della casa da gioco.


A pesare sono in particolare i mutui ipotecari per circa 41 milioni di euro sottoscritto con Intesa San Paolo – per un debito di 47 milioni – per l’acquisto della sede di Ca’ Vendramin Calergi, “venduta” dal Comune al Casinò. Un fardello che costringe il Casinò a pagare rate mensili da 356 mila euro fino al 2031 per restituire alla banca il prestito. Complessivamente a Intesa San Paolo dovranno essere pagati, da qui al 2031 dalla società del Casinò, oltre 64 milioni di euro per acquisire la proprietà di Ca’ Vendramin Calergi, che ora il Comune pensa addirittura di chiudere, se gli incassi continueranno a non essere soddisfacenti.


E sarà appunto il Comune a farsi garante del fatto che il Casinò onori il debito con la banca, che altrimenti ricadrà inevitabilmente sulle spalle di Ca’Farsetti. Una situazione quasi surreale, se si pensa appunto che il Casinò dovrà «svenarsi» per decenni pagare i mutui su Ca’ Vendramin Calergi, e il Comune, che lo ha indotto a suo tempo a comprare la sede storica, ora medita nel frattempo di smantellarla.


Enrico Tantucci


©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia