«Casinò, più produttività o si chiude»

Il sindaco presenta il piano straordinario: accordi sindacali anacronistici e premi da rivedere, serve flessibilità
Di Alberto Vitucci
Agenzia Candussi, giornalista: Artico. Conferenza stampa del sindaco di Venezia Brugnaro e dell'assessore al bilancio Zuin, municipio di Mestre.
Agenzia Candussi, giornalista: Artico. Conferenza stampa del sindaco di Venezia Brugnaro e dell'assessore al bilancio Zuin, municipio di Mestre.

Un Piano di ristrutturazione da discutere entro 40 giorni. Che prevede la revisione degli accordi sindacali, nuovi orari e maggiore flessibilità, dunque maggiore produttività. Solo così la società Casinò spa non sarà messa in liquidazione e potranno partire gli investimenti. Altrimenti si dovranno studiare interventi drastici come gli esuberi e la chiusura della sede veneziana di Ca’ Vendramin Calergi. Un “Piano d’azione” che prevede un cambiamento epocale, quello presentato ieri dal sindaco Luigi Brugnaro e dall’assessore al Bilancio e alle Partecipate Michele Zuin. Una sorta di “prendere o lasciare”. Se non si andrà in quella direzione, approvando il Piano straordinario entro il 30 giugno, il Comune potrebbe mettere la società in liquidazione. Annuncio che prelude a un duro confronto sindacale. «Ma è l’unico modo», dice Zuin, «per salvare questa società. La legge non ci consente di fare altri salvataggi e ricapitalizzazioni. Chiediamo sacrifici, ma non li chiediamo solo ai lavoratori del Casinò. Vogliamo tenere aperta Ca’ Vendramin e non intendiamo percorrere la strada degli esuberi, come succede in questi giorni a Saint Vincent con l’annuncio di 260 esuberi. Ma la condizione è il dialogo e il rilancio dell’azienda. In questo caso noi ci impegniamo a investire i maggiori proventi».

I numeri. «Nonostante nel 2016 gli incassi siano leggermente aumentati (più 1,79 per cento: 102 milioni 618 mila euro contro i 100 milioni 808 del 2015), i costi aumentano, e tra questi ci sono 10 milioni per l’ospitalità dei clienti. Al momento le previsioni di chiusura dell’esercizio 2016 parlano di due milioni e il Comune non è più disposto a ricapitalizzare. L’azienda si deve reggere da sola».

I dipendenti. I dipendenti del Casinò sono oggi 538, suddivisi nelle due sedi di Ca’ Vendramin (circa un terzo) e il rimanente a Ca’ Noghera. Il costo del personale è oggi di 41 milioni di euro, di cui 27,6 a Ca’ Noghera.

Gli accordi. «Va rivista la struttura dei premi», scrive Zuin, «ci sono accordi che risalgono al 1999 e che sono ormai anacronistici. Non disdettiamo i contratti in essere ma dobbiamo ridiscuterli».

I turni. Nel mirino del Comune, azionista proprietario del Casinò, ci sono gli orari di lavoro del personale e le pause, l’eliminazione delle “giornate di indisponibilità” e della “norma transitoria” che riguarda 157 dipendenti. Il cambio dei criteri su turni e presenza in piedi ai tavoli.

Le sedi. Ristrutturazione e investimenti in vista per Ca’ Noghera, con l’introduzione di giochi moderni, il restyling delle slot e aree riservate ai Vip. «Ca’ Vendramin la vogliamo tenere aperta», ribadisce Zuin, «ma il reparto giochi sarà unificato al terzo piano. Il resto del palazzo avrà ingresso libero e sarà aperto ai cittadini e nelle serate con eventi speciali.

I dirigenti. Per i prossimi tre mesi l’avvio del Piano sarà affidato a Alessandro Cattarossi, già consulente del Comune con la giunta Costa negli anni Duemila, che ha sostituito come direttore generale il direttore uscente Eros Ganzina. Resta per ora in carica il Cda.

I cinesi. Tra le proposte per il rilancio della Casa da gioco l’organizzazione di eventi particolari per i clienti e l’assunzione di personale cinese che potrà assistere i sempre più numerosi giocatori provenienti dall’Estremo Oriente.

I tempi. Per evitare la messa in liquidazione della società e la chiusura di Ca’ Vendramin Calergi», avverte Zuin, «il Piano dovrà essere varato entro 40 giorni, applicato entro il 30 giugno».

Le polemiche. «Questo non è un piano industriale, ma una razionalizzazione, che rischia di affossare definitivamente il Casinò di Venezia», attacca il consigliere Pd, Nicola Pellicani, «bisogna pensare a una nuova sede in terraferma con albergo annesso».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia