«Casinò, nuova gara per la cessione»

Il sindaco Giorgio Orsoni anticipa la linea del Comune, che ribasserebbe prezzo e canoni per invogliare i privati
Di Enrico Tantucci
ZANETTI - RIUNIONE SINDACI SUL PIANO CASA.
ZANETTI - RIUNIONE SINDACI SUL PIANO CASA.

«Per la cessione della gestione del Casinò non è possibile, né consigliabile andare a trattativa privata. Per questa la soluzione sulla quale ci stiamo orientando e sulla quale consulterà anche la maggioranza, è quella di indire una nuova gara pubblica per l’affidamento della gestione, che tenga ovviamente conto dei problemi e delle difficoltà emersi con il bando attuale e che hanno portato alla mancata presentazione di offerte da parte dei gruppi privati potenzialmente interessati.

Naturalmente per dare il via libera alla nuova gara sarà necessario un nuovo passaggio in Consiglio comunale e anche al Ministero degli Interni per la nuova autorizzazione». Il sindaco Giorgio Orsoni anticipa così la nuova linea dell’amministrazione sulla «patata bollente» del Casinò, irta però di problemi e di difficoltà anche all’interno della maggioranza.

Quel che il sindaco infatti non dice, ma è implicito è che il nuovo bando dovrà essere al ribasso - rispetto agli introiti previsti con quello attuale per l’amministrazione per convincere i privati a partecipare, con gli sloveni del Gruppo Hit (con alle spalle, probabilmente, i cinesi della Paradise per gestire tutta la partita delle slot-machines) rimasti gli unici al momento effettivamente interessati.

Circolano già le prime indiscrezioni sulle possibili modifiche. Dovrebbe sparire la fidejussione da 30 milioni di euro richiesta agli investitori, chiamati comunque dal bando già a un esborso iniziale notevoli, con i 140 milioni di «caparra» in due tranche destinati anch’essi a essere rivisti al ribasso.

Si discute anche sulla quota fissa di 11 milioni di euro che il gestore dovrebbe garantire annualmente a Ca’ Farsetti, che potrebbe essere sostituita dalla percentuale del 10 per cento sugli incassi, tenendo conto comunque dell’aleatorietà del gioco. Si punta, in sostanza, a ridurre l’arco di tempo - sulla base della concessione trentennale - in base al quale il gestore possa rientrare del suo investimento.

Un cambio di rotta che non sarà facile da far digerire a maggioranza e Consiglio comunale. Ma l’alternativa, con il mantenimento della gestione del Casinò a Ca’ Farsetti non appare meno problematica.

Si parla già di possibili contratti di solidarietà per i dipendenti che potrebbero ricalcare lo schema di quelli già siglati e adottati con i sindacati per la casa da gioco di Campione d’Italia per evitare, in quel caso, 210 licenziamenti. Nel caso dei dipendenti del Casinò di Campione, le riduzioni del costo del lavoro hanno interessato la paga base, la contingenza, i superminimi, gli scatti consolidati, gli scatti di anzianità e i premi di produzione.

Il ramo gioco ha lasciato il 12,5 per cento della retribuzione in ore lavorativa, quello della ristorazione il 30 per cento e il personale amministrativo e ausiliario il 33 per cento.

Si parla anche della possibile vendita della sede di Ca’ Vendramin Calergi, chiudendo la casa da gioco lagunare e concentrandosi solo su Ca’ Noghera. Scenari che ovviamente preoccupano i dipendenti del Casinò, ma che potrebbero diventare presto di attualità, perché Orsoni ha chiarito più volte che senza gli investimenti dei privati la ristrutturazione del Casinò, per un Comune a corto di fondi, sarà inevitabile.

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