Casinò, il sindaco scrive ai lavoratori
Una lettera a tutti i lavoratori per spiegare la situazione del Casinò. «O si fanno sacrifici e la produttività aumenta, o l’azienda rischia di chiudere». Il sindaco Luigi Brugnaro ha deciso di anticipare le trattative rivolgendosi direttamente ai 538 dipendenti della Spa di proprietà di Ca’ Farsetti. Il Piano di ristrutturazione della Casa da Gioco, un tempo la cassaforte del Comune, entra nel vivo. Ieri pomeriggio lunga riunione di maggioranza presieduta da Brugnaro. Alla manovra presentata ai sindacati il giorno precedente dall’assessore Michele Zuin è arrivato l’appoggio esplicito. «I tempi sono cambiati, purtroppo la situazione va affrontata», commentavano ieri i consiglieri di maggioranza.
La «Road map» prevede due fasi distinte, affidate al nuovo direttore generale Alessandro Cattarossi e al direttore Giochi Matteo Santini. Entro 40 giorni il Piano dovrà essere operativo, per entrare nella seconda fase a partire dal primo luglio. Si mettono in discussione gli accordi sindacali e in particolare il meccanismo della premialità. Orari di lavoro allungati e pause ridotte. Revisione di alcune regole che limitano, ad esempio, l’impiego dei croupier ai tavoli (dopo i 50 anni non possono stare in piedi). Ma soprattutto risparmi sul fronte delle spese. Nonostante la leggera crescita degli incassi registrata nel 2016 (più 1,79 per cento), la perdita registrata a fine anno supera i due milioni di euro per le spese crescenti. Il personale, che da solo si porta via 41 milioni di euro, di cui due terzi per la sede di Ca’ Noghera. E anche le spese di rappresentanza e l’ospitalità per i giocatori (10 milioni per Venezia, 4 milioni per Ca’ Noghera). I 102 milioni incassati dal Casinò nel corso del 2016 non sono sufficienti a garantirne l’operatività. «Se questo messaggio non passa saremo costretti a mettere l’azienda in liquidazione», dice l’assessore alle Aziende e al Bilancio Michele Zuin, «solo in presenza di un Piano di riconversione potremo fare investimenti e rilanciare la sede di terraferma con nuovi tipi di giochi. Nel caso non si riuscisse, la sede di Venezia è destinata alla chiusura per gli alti costi della sua manutenzione e la società sarà messa sul mercato».
Un finale che nessuno vuole, né il Comune né i sindacati. Che stanno studiando il da farsi ma hanno assunto un atteggiamento abbastanza prudente. «Bisogna risparmiare», dicono, «ma il piano industriale di rilancio dov’è?». Necessaria una riduzione delle spese – e dunque dei premi, con un meccanismo basato più sui risultati – ma occorre anche un progetto per riqualificare una delle aziende più importanti del Comune. È il messaggio che arriva anche dai consiglieri di opposizione. Ma il sindaco è deciso ad andare avanti, Nei prossimi giorni partirà il confronto con i rappresentanti del lavoratori. Per salvare il Casinò c’è tempo fino al 30 giugno.
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